24 Febbraio: un anno dopo, la guerra in Ucraina continua

Guerra in Ucraina, un anno dopo. Photocredit by Wilfried Pohnke da Pixabay
Guerra in Ucraina, un anno dopo. Photocredit by Wilfried Pohnke da Pixabay

La guerra in Ucraina, un anno dopo l’invasione russa, è ancora ben lontana da una possibile soluzione. Kiev non ha dubbi: Mosca sta rafforzando le proprie posizioni sul fronte.

Tutto cominciò il 24 febbraio del 2022, con l’invasione ordinata da Vladimir Putin e minacciata nei giorni antecedenti. Le minacce del presidente russo furono prese sul serio soltanto da Stati Uniti e Gran Bretagna. Ad un anno di distanza, Kiev osserva con attenzione l’intensa attività di posizionamento delle truppe russe e ne desume che Mosca stia organizzando “operazioni offensive nelle direzioni di Kupiansk, Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Shakhtarsk”.

Intorno a Bakhmut i combattimenti si intensificano e Mosca si sta servendo degli aerei da ricognizione per meglio guidare i colpi dell’artiglieria. Ma nei pressi di Avdiivka e Shakhtarsk, gli attacchi russi sono stati, per ora, rintuzzati dalla difesa ucraina.

Kiev confida nelle “ali” britanniche.

Kiev spera ancora negli aerei da caccia: “Non escludo che la Gran Bretagna possa diventare il primo Paese a sbloccare la fornitura di aerei da combattimento all’Ucraina”, ha detto su Telegram il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. “Ci sono ancora questioni che devono essere concordate. Stiamo lavorando”, ha concluso.

Della fornitura di aiuti militari dalla Gran Bretagna hanno parlato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ed il primo ministro britannico Rishi Sunak. Il commento è affidato a Twitter: il primo ministro inglese è considerato un vero amico dell’Ucraina che ha compreso come il successo di Kiev sul campo di battaglia dipenda dalla velocità delle forniture di aiuti militari, meglio se aerei da caccia: “Insieme stiamo avvicinando la nostra vittoria comune” – ha dichiarato Zelensky.

La visita di Biden infiamma gli ucraini. Un anno dopo, il 90% degli ucraini acclama Zelensky.

La visita del presidente americano Jo Biden a Kiev ha certamente galvanizzato gli ucraini che, oggi, hanno piena fiducia nel proprio successo sulle truppe russe: un sondaggio condotto dall’istituto di ricerca ucraino Rating Group nei primi giorni di febbraio – e reso noto in queste ore – evidenzia come il 95% della popolazione ucraina confidi nella vittoria del proprio paese contro la Russia. Sempre secondo lo stesso sondaggio, il 97% degli intervistati ha piena fiducia nel proprio esercito (era il 65% nel 2019) e nel presidente Zelensky (il 90%, erano il 36% nel gennaio 2022). Il 17% ha perso almeno un familiare nel corso della guerra e più della metà degli intervistati – il 58% – ritiene impossibile ristabilire dei rapporti amichevoli con i russi. Ma anche con i bielorussi e con tutti i popoli che sostengono le posizioni di Mosca.

Quanto sia fedele la fotografia scattata dal sondaggio dell’istituto di ricerca ucraino e quanto sia legato, invece, alla propaganda non è facile da dire. Di certo, però, la nazione si è ricompattata sotto un’unica bandiera, superando le antiche divisioni, ed ha riconosciuto il proprio leader come il capo della resistenza.

91 soldati russi implicati negli eccidi di Bucha.

Guerra in Ucraina un anno dopo. Photocredit by Дмитрий Буханцов da Pixabay 
Guerra in Ucraina un anno dopo. Photocredit by Дмитрий Буханцов da Pixabay 

Il procuratore generale ucraino, intanto, ha identificato 91 soldati russi ritenuti responsabili degli eccidi perpetrati a Bucha: “Durante l’occupazione l’esercito russo ha commesso più di 9mila crimini di guerra nel distretto di Bucha, nella regione di Kiev, e più di 1.700 civili sono stati uccisi” – ha dichiarato il magistrato ai media locali – Finora sono stati identificati 91 militari russi implicati in questi crimini” – ha concluso, precisando di voler assicurare alla giustizia tutte le persone coinvolte.

Possibile azione provocatoria nel nord: truppe russe, ma sembrano ucraine.

Un post del comando operativo Nord dell’Ucraina, affidato a Telegram, riferisce che “l servizi di intelligence hanno registrato il movimento di colonne militari vicino al confine della regione di Chernihiv, con il personale che indossa uniformi senza segni di identificazione e simili a quelle delle Forze Armate ucraine”. Insomma, ci si aspetti che le truppe di Mosca vogliano sferrare degli attacchi provocatori per inasprire il conflitto già incandescente.

Da Londra, altre notizie preoccupanti: In un aggiornamento pubblicato dal ministero della Difesa inglese – riporta AdnKronos – si legge di una “realistica possibilità che la Russia stia preparando una nuova offensiva contro la città di Vuhledar”, nell’Ucraina orientale.

Domani la conferenza stampa di Zelensky per parlare di guerra, un anno dopo.

Intanto il presidente ucraino Volodimyr Zelensky si prepara alla conferenza stampa organizzata ad un anno esatto dall’inizio del conflitto. Ed affida a Telegram i propri pensieri: ”Decine, centinaia di migliaia di foto che lasciano profonde cicatrici nel cuore e nell’anima. Ci ricordano il percorso che abbiamo fatto da febbraio a febbraio. Deve essere nel nostro Dna. Non ci siamo abbattuti, abbiamo superato molte prove e vinceremo”. E poi continua: “coloro che hanno portato questo male, questa guerra nella nostra terra saranno chiamati a risponderne. La Russia ha scelto la strada dell’assassino, del terrorista, del torturatore e del saccheggiatore. Questa è la scelta di Stato della Russia e ci sarà una responsabilità di Stato per il terrore commesso”. 

Intanto Mosca continua ad ammassare truppe al confine Ucraino, ma non è chiaro se intenda sferrare il proprio attacco nelle prossime ore oppure attendere l’imminente primavera. Dopo aver incassato il sostegno, anche se molto timido, della Cina, Putin ha già annunciato di voler sospendere i trattati sottoscritti con gli Usa. E continua a minacciare l’escalation nucleare.

Il tempo non lavora a favore di Mosca. Ma la pace sembra lontana.

L’Ucraina è allo stremo ma continua a combattere e, nell’ultimo anno, Mosca è riuscita a rafforzare i paesi del blocco occidentale, dagli Stati Uniti all’Australia, uniti contro un comune avversario. Ma non solo. Secondo i dati degli analisti indipendenti, Mosca avrebbe perso oltre 100 mila uomini in combattimento, e più di 1 milione di russi sarebbero stati costretti ad imbracciare un’arma. Come se non bastasse, il peso delle sanzioni imposte dagli alleati sta cominciando ad erodere la ricchezza interna e gli aiuti di Cina, India, Brasile e Sudafrica potrebbero non essere più sufficienti.

La guerra in Ucraina un anno dopo non mostra segni di risoluzione: i combattimenti sono sempre più violenti e il numero delle vittime sale in modo vertiginoso da entrambe le parti; e la pace sembra ancora troppo lontana.

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