L’anno 2023 è stato caratterizzato da una serie di eventi che hanno messo a dura prova l’economia globale e quella italiana.
La guerra in Ucraina, la pandemia di COVID-19, l’inflazione, la stretta monetaria, l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime sono stati alcuni dei fattori che hanno generato incertezza e volatilità sui mercati finanziari.
In questo contesto, molti investitori hanno cercato di proteggere i propri risparmi puntando sui cosiddetti beni rifugio, ovvero quegli asset che tendono a mantenere o aumentare il loro valore anche in periodi di crisi.
Ma quali sono stati i beni rifugio preferiti dagli italiani nel 2023 e quali sono le prospettive per il 2024? Vediamolo insieme in questo articolo.
L’oro: il bene rifugio per eccellenza.
L’oro è da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, grazie alla sua scarsità, alla sua durata nel tempo e alla sua accettazione universale come mezzo di scambio. L’oro è infatti una forma di riserva di valore che non dipende dalla fiducia in una determinata moneta o in un determinato governo.
L’oro è anche un bene che offre una protezione dall’inflazione, in quanto il suo prezzo tende a salire quando il potere d’acquisto delle monete si riduce. L’oro è inoltre un bene che offre una diversificazione del portafoglio, in quanto ha una bassa correlazione con gli altri asset finanziari.
Nel 2023, l’oro ha registrato una performance positiva, raggiungendo il record di 55 euro al grammo ad agosto, grazie alla forte domanda da parte degli investitori che hanno cercato di difendersi dalle turbolenze dei mercati e dall’aumento dell’inflazione.
Tuttavia, nel corso dell’anno, l’oro ha anche subito delle oscillazioni, in relazione all’andamento del dollaro, alla politica monetaria della Banca centrale europea e alla situazione geopolitica. Secondo le previsioni più recenti, il prezzo dell’oro si attesterà intorno ai 50 euro al grammo alla fine del 2023, con una variazione annua del 9,1%.

Per il 2024, le prospettive per l’oro sono incerte, in quanto dipenderanno da diversi fattori. Da un lato, l’oro potrebbe beneficiare di una domanda sostenuta da parte degli investitori che cercano di proteggersi da eventuali shock economici o politici.
Dall’altro lato, l’oro potrebbe subire una pressione al ribasso a causa di un possibile rafforzamento del dollaro, di un aumento dei tassi di interesse e di una riduzione dell’inflazione.
Secondo le previsioni più recenti, il prezzo dell’oro si attesterà intorno ai 48 euro al grammo alla fine del 2024, con una variazione annua del -4,0%.
I titoli di Stato: una fonte di rendimento e sicurezza.
I titoli di Stato sono un altro tipo di bene rifugio, in quanto offrono una fonte di rendimento e sicurezza agli investitori. I titoli di Stato sono infatti dei prestiti che lo Stato emette per finanziare il proprio debito pubblico e che garantiscono il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi.
I titoli di Stato sono generalmente considerati dei beni a basso rischio, in quanto lo Stato ha la capacità di onorare i propri impegni, anche se questo dipende dalla solidità finanziaria e dalla credibilità del Paese emittente.
Nel 2023, i titoli di Stato hanno registrato una performance positiva, grazie alla domanda da parte degli investitori che hanno cercato di ottenere un rendimento superiore a quello offerto dai depositi bancari e di diversificare il proprio portafoglio.
In particolare, i titoli di Stato emessi dai Paesi considerati più sicuri, come la Germania, gli Stati Uniti e l’Italia, hanno beneficiato di una maggiore richiesta, che ha fatto scendere i rendimenti e salire i prezzi.
Secondo le previsioni più recenti, il rendimento del Bund tedesco a 10 anni si attesterà intorno allo 0,5% alla fine del 2023, con una variazione annua del -0,2%. Il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni si attesterà intorno al 4,4% alla fine del 2023, con una variazione annua del +1,2%. Il rendimento del BTP italiano a 10 anni si attesterà intorno al 2,8% alla fine del 2023, con una variazione annua del -0,4%.
Per il 2024, le prospettive per i titoli di Stato sono incerte, in quanto dipenderanno da diversi fattori. Da un lato, i titoli di Stato potrebbero beneficiare di una domanda sostenuta da parte degli investitori che cercano di proteggersi da eventuali shock economici o politici.

Dall’altro lato, i titoli di Stato potrebbero subire una pressione al rialzo sui rendimenti a causa di un possibile aumento dell’inflazione, di una normalizzazione della politica monetaria e di una riduzione degli stimoli fiscali.
Secondo le previsioni più recenti, il rendimento del Bund tedesco a 10 anni si attesterà intorno allo 0,7% alla fine del 2024, con una variazione annua del +0,2%. Il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni si attesterà intorno al 4,6% alla fine del 2024, con una variazione annua del +0,2%. Il rendimento del BTP italiano a 10 anni si attesterà intorno al 3,0% alla fine del 2024, con una variazione annua del +0,2%.
Le valute: un mezzo di diversificazione e speculazione.
Le valute sono un altro tipo di bene rifugio, in quanto offrono un mezzo di diversificazione e speculazione agli investitori.
Le valute sono infatti dei mezzi di scambio che riflettono il valore relativo di due economie e che sono influenzate da diversi fattori, come la crescita economica, l’inflazione, la politica monetaria, la situazione geopolitica e la domanda e l’offerta. Le valute sono generalmente considerate dei beni a elevato rischio, in quanto sono soggetti a forti fluttuazioni e a possibili manipolazioni.
Nel 2023, le valute hanno registrato una performance variabile, in relazione all’andamento dell’economia globale e alla politica monetaria delle principali banche centrali. In particolare, il dollaro statunitense si è rafforzato rispetto alle altre valute, grazie alla ripresa economica degli Stati Uniti, alla riduzione degli stimoli fiscali e monetari e alla maggiore attrattiva dei titoli di Stato americani.
Il dollaro statunitense ha raggiunto il record di 1,08 euro ad aprile, con una variazione annua del 12,5%. Al contrario, l’euro si è indebolito rispetto alle altre valute, a causa della lentezza della ripresa economica dell’area euro, dell’aumento dei contagi da COVID-19 e della maggiore espansione della politica monetaria da parte della Banca centrale europea.

L’euro ha raggiunto il minimo di 0,93 dollaro ad aprile, con una variazione annua del -11,4%. Tra le altre valute, il franco svizzero e lo yen giapponese si sono mantenuti stabili, grazie alla loro reputazione di valute sicure e alla loro bassa inflazione. Il franco svizzero ha oscillato intorno a 1,08 euro, con una variazione annua del 0,0%. Lo yen giapponese ha oscillato intorno a 0,007 euro, con una variazione annua del -0,1%.
Per il 2024, le prospettive per le valute sono incerte, in quanto dipenderanno da diversi fattori. Da un lato, le valute potrebbero beneficiare di una domanda sostenuta da parte degli investitori che cercano di diversificare il proprio portafoglio e di speculare sulle differenze di cambio.
Dall’altro lato, le valute potrebbero subire una pressione al rialzo o al ribasso a causa di un possibile cambiamento delle aspettative sull’andamento dell’economia globale e sulla politica monetaria delle principali banche centrali.
Secondo le previsioni più recenti, il dollaro statunitense si attesterà intorno a 1,05 euro alla fine del 2024, con una variazione annua del -2,8%. L’euro si attesterà intorno a 0,95 dollaro alla fine del 2024, con una variazione annua del +2,2%. Il franco svizzero si attesterà intorno a 1,07 euro alla fine del 2024, con una variazione annua del -0,9%. Lo yen giapponese si attesterà intorno a 0,007 euro alla fine del 2024, con una variazione annua del 0,0%.
Le opere d’arte contemporanea: un bene rifugio alternativo.
Le opere d’arte contemporanea sono un altro tipo di bene rifugio, in quanto offrono un investimento alternativo e creativo agli investitori. Le opere d’arte contemporanea sono infatti delle espressioni artistiche che riflettono il contesto storico, sociale e culturale in cui sono state create, e che possono avere un valore estetico, simbolico e critico.
Le opere d’arte contemporanea sono generalmente considerate dei beni a elevato potenziale, in quanto possono generare dei rendimenti elevati nel lungo periodo, ma anche dei beni a elevato rischio, in quanto sono soggette a delle fluttuazioni di prezzo, a dei vincoli di liquidità e a delle tassazioni.
Nel 2023, le opere d’arte contemporanea hanno registrato una performance positiva, grazie alla domanda da parte degli investitori che hanno cercato di diversificare il proprio portafoglio e di esprimere la propria personalità. In particolare, le opere d’arte contemporanea emesse dagli artisti considerati più innovativi, originali e influenti, come Damien Hirst, Jeff Koons, Banksy e Ai Weiwei, hanno beneficiato di una maggiore richiesta, che ha fatto salire i prezzi e le quotazioni.
Tra gli artisti italiani, segnaliamo Giorgio Griffa, Paolo Masi, Riccardo Guarneri e Piero Gilardi, scomparso recentemente. Secondo le previsioni più recenti, il valore del mercato dell’arte contemporanea si attesterà intorno ai 20 miliardi di euro alla fine del 2023, con una variazione annua del 15%.

Per il 2024, le prospettive per le opere d’arte contemporanea sono incerte, in quanto dipenderanno da diversi fattori. Da un lato, le opere d’arte contemporanea potrebbero beneficiare di una domanda sostenuta da parte degli investitori che cercano di proteggersi da eventuali shock economici o politici, e di approfittare delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dai nuovi canali di distribuzione, come le piattaforme online e le aste digitali.
Dall’altro lato, le opere d’arte contemporanea potrebbero subire una pressione al ribasso a causa di un possibile cambiamento delle preferenze e dei gusti dei collezionisti, di una maggiore regolamentazione e trasparenza del mercato, e di una maggiore concorrenza tra gli artisti emergenti.
Secondo le previsioni più recenti, il valore del mercato dell’arte contemporanea si attesterà intorno ai 18 miliardi di euro alla fine del 2024, con una variazione annua del -10%.
I beni rifugio sono stati dei validi alleati per gli investitori italiani nel 2023, in quanto hanno offerto una protezione dal rischio e una fonte di rendimento in un contesto di incertezza e volatilità.
Tuttavia, i beni rifugio non sono esenti da rischi e da costi, in quanto possono subire delle fluttuazioni di prezzo, dei vincoli di liquidità e delle tassazioni. Per questo motivo, gli investitori devono essere prudenti e informati quando decidono di investire in questi asset, e devono sempre tenere conto dei propri obiettivi, del proprio orizzonte temporale e del proprio profilo di rischio.
Per il 2024, le prospettive per i beni rifugio sono incerte, in quanto dipenderanno da diversi fattori che potrebbero influenzare l’andamento dell’economia globale e dei mercati finanziari.
Pertanto, gli investitori dovrebbero monitorare attentamente l’evoluzione della situazione e adeguare di conseguenza la propria strategia di investimento.
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