Le cartelle esattoriali per molte persone rappresentano uno spettro da evitare considerato che quasi sempre contengono avvisi di pagamento
In questo articolo vedremo brevemente tutto quello che c’è da sapere sulle cartelle esattoriali, gli avvisi di accertamento, gli avvisi bonari e la compliance per i cittadini.
Anche con l’obbiettivo di cercare di tenere il sangue freddo nel momento in cui le riceviamo affrontandole più o meno serenamente.
Dove possiamo trovare le nostre cartelle esattoriali?
Di solito arrivano tramite posta o pecmail ma il primo consiglio è quello di verificare periodicamente la nostra situazione debitoria entrando periodicamente nel portale dell’Agenzia delle Entrate.
Possiamo vedere tutto quello che eventualmente ci riguarda a partire dal 2000, inoltre nel sito possiamo fare pagamenti, richiedere rateizzazioni, sospensioni o magari un appuntamento di persona presso una delle sedi dell’Agenzia.
Ricordiamo che per accedere al sito occorre dotarsi di SPID, la CIE o la CNS.
Cosa sono esattamente le cartelle esattoriali?
La cartella esattoriale o di pagamento è l’atto formale con il quale l’Agenzia delle Entrate Riscossione chiede ai contribuenti il pagamento di un debito che si ha nei confronti di un ente impositore quali l’Agenzia delle entrate stessa, l’Inps, il Comune od altro.
Questo avviene quando uno di questi enti deve recuperare un credito dopo un accertamento fiscale di somme non pagate e la cartella esattoriale di fatto è un avviso di accertamento esecutivo.
Al suo interno troviamo la descrizione delle somme dovute dal contribuente, i termini entro cui deve pagare, come pagare, le singole informazioni su come richiedere l’annullamento o la sospensione della cartella e la sua eventuale rateizzazione.
Troviamo anche l’intimazione a adempiere al pagamento degli importi con i relativi tempi di pagamento passati i quali l’atto diventa esecutivo e viene trasferito dall’emittente all’Agenzia delle entrate Riscossione.
Passati 180 giorni dalla data dell’iscrizione a ruolo, previa comunicazione al contribuente, si procede con l’esecuzione forzata attivando anche quella che viene comunemente chiamata ganascia fiscale.