Il fallimento nella vita privata, nelle relazioni, nel lavoro, è parte del percorso di vita.
Non tutti gli errori ed i fallimenti sono ”cattivi” errori.
Il fallimento ha due strade percorribili: la prima è un’occasione per lamentarsi e restare bloccati in sensazioni di sfiducia e emozioni depotenzianti, la seconda è un’occasione per capire che quel risultato, seppure apparentemente negativo, ha insegnato qualcosa.
Il fallire indica la strada da migliorare, qualcosa da affrontare e fare in maniera diversa nel futuro per ottenere il risultato desiderato.
Dal fallimento si possono infatti cogliere grandi ”lezioni di vita”che contengono il seme del miglioramento. Sbagliando, s’impara. Quante volte è stato ripetuto da bambini?
E sono stati davvero tanti i fallimenti famosi nella storia che hanno poi cambiato il mondo.
Il più lampante è quello a carico di Cristoforo Colombo. Colombo infatti voleva andare in Cina e aveva sbagliato ad ipotizzare il diametro della terra. Questo suo errore e fallimento ha portato alla scoperta delle Americhe.

Anche nella storia di Mark Zuckerberg, proprietario di Facebook, ci sono stati alcuni errori a carico di terze persone. Nella sua stanza di Harvard aveva infatti invitato cinque persone per parlare loro di un’opportunità commerciale. Solo in due hanno ascoltato e aiutato il suo progetto. Oggi entrambi sono miliardari: Dustin Moskovitz con oltre 17,8 miliardi di dollari e Eduardo Saverin con oltre 20 miliardi di dollari.

Persino i biscotti al cioccolato sono frutto di un errore. Negli anni ’30, la proprietaria di una locanda Ruth Wakefield, inventò i famosissimi biscotti un po’ per caso. Una sera si accorse di aver finito le noci che utilizzava per arricchire i biscotti e provò a rimediare spezzettando una tavoletta di cioccolato di Nestlé. La donna immaginava che il cioccolato si sarebbe sciolto e che ne sarebbe uscito un biscotto interamente al cioccolato ma i pezzetti non si fusero: fu così che nacquero i cookies con le scaglie di cioccolato.

Uno degli uomini che ha inciso di più sulla nostra cultura ha vissuto una serie di fallimenti perchè, a detta del Kansas giornale dove lavorava, “mancava di immaginazione e non aveva buone idee”.
Parliamo di Walt Disney. Topolino fu scartato varie volte perché era troppo spaventoso per le donne e i Tre porcellini non furono mandati in onda perché avevano solamente quattro personaggi. Disney che successivamente fondò il suo impero cinematografico mondiale.

Nella storia ”moderna” persino il famosissimo Sylvester Stallone lavorava come addetto al banco frigo e per andare avanti si trovò non solo costretto a vendere i gioielli della moglie ma addirittura a donare il suo stesso cane per 25 dollari per riuscire ancora ad alimentarsi.
Divenne famoso e tra gli attori più pagati di Hollywood dopo che gli fu accettata da un produttore la sua idea di realizzare Rocky con lui attore protagonista. Riuscì a ritornare in possesso del suo cane pagandolo 15.000 dollari.

Tra i più grandi sportivi di sempre Michael Jordan, si iscrisse alla high school. Ai provini per giocare a basket nella squadra della scuola lo scartarono perché non sufficientemente bravo a segnare. Il suo apparente fallimento lo portò ad allenarsi con costanza ogni giorno prima e dopo la scuola fino a diventare uno dei giocatori di basket più forti di tutti i tempi.
Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento palle, ventisei volte i miei compagni di squadra mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito. Molte, molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”
Michael Jordan

E se si riuscisse a vedere agli errori e ai fallimenti come ad una parte integrante del percorso? Se sei davvero fortunato, e se giri nel modo giusto, uno dei tuoi potrebbe anche cambiare il mondo in meglio.