Tredici Pietro, figlio di Gianni Morandi, ha deciso di aprirsi come mai prima d’ora, ecco cosa ha raccontato ai colleghi de Il Messaggero.
Nel suo nuovo album Non guardare giù, in uscita il 4 aprile, racconta un periodo buio della sua vita segnato dall’uso di psicofarmaci e comportamenti autolesionistici. Per la prima volta, il rapper si mette a nudo, parlando di fragilità e difficoltà personali che ha vissuto lontano dai riflettori.
La crisi a Milano ed il senso di smarrimento
Dopo essersi trasferito a Milano, Tredici Pietro si è trovato a fare i conti con una realtà molto diversa da quella che conosceva a Bologna. Non era solo un trasferimento per motivi lavorativi, ma anche una scelta di vita legata alla sua relazione sentimentale. Quando la storia d’amore è finita, lui ha iniziato a sentirsi perso.
“La città mi ha inghiottito”, racconta attraverso le sue canzoni. “Milano è un posto dove bisogna sempre apparire al massimo, essere cool, stare al passo con le mode. Io non ci riuscivo, mi sentivo uno sfigato.” Questo senso di inadeguatezza lo ha portato a cercare un rifugio in un mix di farmaci, anche se sottolinea di non essere mai stato attratto dalle droghe pesanti, come la cocaina.
Il ricovero e la rinascita
Nel 2023, un problema di salute lo ha costretto a un ricovero. Un evento che, paradossalmente, è stato la sua salvezza. Quel momento difficile è stato la scintilla che lo ha spinto a guardarsi dentro e a prendere in mano la sua vita. Ha iniziato un percorso di terapia e ha capito di dover affrontare le sue fragilità senza più nasconderle dietro le sostanze.
Curiosamente, i suoi genitori, Gianni Morandi e Anna Dan, non sapevano nulla di questo periodo buio. Pietro ha scelto di non coinvolgerli, di non far ricadere su di loro il peso della sua crisi. “Scopriranno tutto leggendo questa intervista”, ammette con sincerità.
Il rapporto con il padre e il peso del cognome
Avere un padre così famoso è una fortuna, ma anche una sfida. Pietro lo sa bene e lo racconta nel brano Verità, dove sottolinea come Morandi gli abbia insegnato il valore dei soldi e della fatica. “Con i miei fratelli è stato severo, con me un po’ meno, ma non mi ha mai fatto pesare il privilegio di essere nato in una famiglia benestante.” Da adolescente, per concedersi qualche sfizio, trovava i soldi come poteva: qualche lavoretto in casa, piccole commissioni. “Se volevo fumare una canna, i miei non mi davano certo i soldi per farlo”, racconta senza filtri.
Il messaggio di Non guardare giù
Il titolo del suo nuovo album porta un significato profondo. Prende ispirazione da una frase di un amico di Bologna: “Se stai sul filo dell’equilibrista, non guardare giù sennò cadi.” Per Tredici Pietro significa non farsi travolgere dai problemi, non lasciarsi paralizzare dalla paura e continuare ad andare avanti.
Rispetto agli esordi, sente di essere cambiato. Se una volta faceva rap per gioco, ora ha le idee più chiare. Ha trasformato il dolore in musica e ha trovato la sua voce. “Oggi so cosa voglio”, dice. E questo è solo l’inizio del suo nuovo percorso.