Con la morte di Papa Francesco, avvenuta oggi il 21 aprile 2025, si chiude un pontificato che ha segnato profondamente l’impegno della Chiesa cattolica nella lotta contro la violenza sulle donne.
Il suo lascito su questo tema rappresenta una delle eredità più significative e urgenti del suo magistero.
Una voce profetica contro la violenza di genere
Papa Francesco ha condannato con forza ogni forma di violenza contro le donne, definendola una “velenosa gramigna” da estirpare dalla società e dalla cultura. Ha denunciato la violenza non solo come un crimine fisico, ma come una profanazione della dignità umana e un’offesa a Dio stesso, nato da donna. Il Pontefice ha più volte parlato di questa violenza come di un “problema quasi satanico”, sottolineandone la gravità e la diffusione in ogni angolo del mondo.
Un impegno pastorale e culturale
Il suo insegnamento ha insistito sull’importanza di ascoltare le vittime e di proteggerle, invitando la comunità ecclesiale e civile a non voltare lo sguardo di fronte a questa “vigliaccheria”. Francesco ha richiamato la necessità di un cambiamento culturale profondo, che parta dall’educazione e dal rispetto reciproco nelle relazioni umane, opponendosi ai modelli di dominio e sopraffazione che alimentano la violenza.
Un messaggio di speranza e responsabilità
Il lascito di Papa Francesco è anche un appello alla responsabilità collettiva: il modo in cui una società tratta le donne è un indicatore del suo grado di umanità. La sua eredità spirituale e morale invita tutte le istituzioni, le famiglie e i singoli a impegnarsi con coraggio e urgenza per costruire una cultura di pace, rispetto e giustizia.
Un’eredità che continuerà a ispirare
La morte di Papa Francesco segna la fine di un’epoca, ma il suo messaggio contro la violenza sulle donne rimane un monito e una guida imprescindibile per la Chiesa e per il mondo. Il suo esempio di coraggio, compassione e dedizione ai più vulnerabili continuerà a ispirare l’azione di chi lotta per un futuro libero dalla violenza e dal sopruso.
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