Il crypto winter in atto non sembra voler lasciare spazio ad un clima più disteso sui mercati, nonostante qualche parziale schiarita. Gli echi della vicenda FTX e l’effetto contagio da essa innescato, dopo quello provocato dal crac di Terra (LUNA), sembrano destinati a orientare ancora a lungo le scelte degli investitori.
La lunga teoria di fallimenti e i miliardi bruciati anche a causa di comportamenti al minimo impropri di personaggi come Sam Bankman-Fried o Do Kwon, rispettivamente fondatori di FTX e Terra, hanno contribuito non poco a deprimere l’innovazione finanziaria. Basta del resto dare uno sguardo alle quotazioni per capire cosa stia accadendo.
Al tempo stesso, gli analisti sono comunque abbastanza concordi nel ritenere che prima o poi il sereno tornerà ad affacciarsi, come è del resto successo nei mercati finanziari tradizionali dopo ogni grande crisi. C’è però una previsione che sta letteralmente seminando il terrore tra coloro che hanno investito i propri soldi nel settore crypto. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Perché la previsione di Peter Schiff incute timore
Peter Schiff è il CEO e chief global strategist di Euro Pacific Capital. Si tratta quindi di una personalità di rilievo, la cui competenza può essere considerata indiscussa. Anche perché a dimostrarla è una previsione del 2008, quando poco prima dello scoppio della bolla dei mutui Subprime predisse la crisi che sarebbe deflagrata di lì a poco.
Da allora ogni volta che si espone in una affermazione o previsione, Schiff viene preso sul serio da molti, anche perché le sue esternazioni si fondano su comportamenti concreti sul mercato. Per quanto riguarda le criptovalute, sarebbe bastato prestare attenzione ad una sua dichiarazione del 2021 per evitare guai di non poco conto.
Quando il Bitcoin raggiunse quota 50mila dollari, infatti, Schiff si espresse in questo modo: “Sebbene sia possibile un passaggio temporaneo fino a 100mila dollari, un passaggio permanente a zero è inevitabile”. Una sorta di Nostradamus in salsa moderna, quindi, che a differenza dell’oracolo di Salon non si nasconde dietro un linguaggio criptico.
Cosa ha detto Peter Schiff
Alla luce della precisione chirurgica della sua previsione e di quanto sta accadendo nella realtà, in molti stanno prendendo sul serio l’ultima previsione da lui affidata a Twitter: “Questo non è un crypto winter. Ciò implica che la primavera sta arrivando. Questa non è un’era glaciale delle criptovalute, poiché anche quella si è conclusa dopo un paio di milioni di anni. Questa è l’estinzione delle criptovalute“.
Come si può facilmente notare, Schiff non usa giochi di parole, ma va dritto al cuore della questione, con una vera e propria rasoiata nei confronti degli asset virtuali. Tanto più degna di essere tenuta in conto non solo perché arriva da un personaggio di spessore, ma anche perché supportata da alcuni fatti di non secondaria importanza. A partire dalla possibile fuga delle banche da Bitcoin, di cui si è iniziato a parlare nel corso degli ultimi giorni.
La fuga delle banche è un altro motivo di preoccupazione
La notizia è recente: Metropolitan Bank Holding ha deciso di abbandonare il trading di criptovaluta. Si tratta di un fatto da non sottovalutare, considerato come si tratti di una delle prime istituzioni finanziarie ad aver deciso di dare credito a Bitcoin e Altcoin.
Banche e fondi istituzionali sono molto importanti per un ecosistema come quello delle valute virtuali. Se danno credito ad un asset, gli forniscono una sorta di legittimazione e invogliano altri investitori, in particolare i piccoli, a fare la stessa cosa.
Se veramente la finanza tradizionale, che pure sembrava propensa ad accettare la coesistenza con le criptovalute e, anzi, a sfruttarne le opportunità per trarne il dovuto profitto, sta per abbandonare una nave in avaria, l’inabissamento dell’intero settore, alla stregua di un Titanic, potrebbe non essere una semplice profezia.
