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Recuperare l’acqua piovana e di scarto per irrigare le nostre piante.

giardini pluviali (imm. piemonteparchi.it)

Recuperare l’acqua in quanto risorsa preziosissima, per poter innaffiare le nostre piante sui terrazzi e balconi, nei giardini e nelle aree verdi a servizio delle nostre abitazioni.

Che il clima stia variando i suoi cicli è sempre più una certezza, e le precipitazioni degli ultimi mesi, indicate da meteorologi come straordinarie, quasi sicuramente non basteranno a soddisfare le esigenze che si verranno a creare all’arrivo della stagione calda, dove si prevedono mesi più siccitosi, come spesso oramai avviene da anni.

Anche in questo anno lo schema di circolazione atmosferica prevalente a scala europea è molto variato, e la pioggia caduta difficilmente aiuterà a compensare i mesi di scarse precipitazioni che potrebbero colpire le nostre piante nei mesi estivi, in quanto la grande quantità di acqua che sta cadendo sulla terra in questi ultimi periodi tende a scivolare sul terreno con relativo grande spreco.

Oramai da qualche anno, è in corso una specie di collasso climatico: così viene definito dagli esperti questo fenomeno di abbondanti precipitazioni che causano importanti allagamenti e relativi dissesti alternati a lunghi periodi di importante aridità.

Gli esperti sono concordi nel ritenere che si stia sprecando troppa acqua, che è tra l’altro una risorsa preziosa e fondamentale nella lotta al cambiamento climatico e noi nel nostro piccolo possiamo comunque contribuire a cercare di limitare questi grandi sprechi, ad esempio tramite l’idea di creare dei ‘giardini pluviali che consentono di raccogliere l’acqua ‘sporca’ e riutilizzarla per la cura di balconi e giardini ma anche di piccole aree verdi pubbliche.

Cosa sono i giardini pluviali?

I giardini pluviali stanno avendo un grande sviluppo nei paesi europei, e sono tanti gli eventi fieristici (da segnalare anche la recente fiera Flora Cult tenutasi nelle campagne romane) che nell’ambito delle loro tematiche propongono ai professionisti del settore questa particolare raccolta d’acqua, evidenziando l’attenzione verso il riciclo e la riduzione dei consumi d’acqua.

Sintetizzando, i giardini pluviali sono dei progetti che prevedono la raccolta delle acque meteoriche anche tramite il rallentamento del flusso di scorrimento, per immagazzinarle per irrigare le nostre aree verdi, ma si può anche arrivare a prevedere un sistema di filtrazione per poterle utilizzare come uso domestico rendendole potabili.

Un esempio di giardino pluviale e la realizzazione di tetti a cascata per alimentare piccoli fossati poco profondi e ricoperti con muschio al fine di trattenere l’acqua quando piove troppo e farla poi defluire lentamente nel giardino circostante ma anche in aree del terreno con coltivazioni.

irrigare i giardini con acqua piovana (imm. giardinaggio.it)

Od ancora creando delle depressioni nel terreno, tipo conche non troppo profonde, che ricevono l’acqua di deflusso dei tetti o di altre superfici, all’interno delle quali piantare essenze che sopportano i ristagni di acqua fino a 48 ore alternate con piante resistenti alla siccità da piantumare sui bordi di questi piccoli bacini. Con questo sistema l’acqua riempie la depressione e drena nel terreno circostante permettendo di riutilizzarla per l’irrigazione dei nostri giardini,

Il risultato è che con questi giardini pluviali si assorbe il 30% di acqua in più rispetto ad un prato tradizionale e si riduce l’erosione della terra provocata dalla pioggia battente.

I più importanti architetti paesaggisti sono concordi nell’affermare che i nostri giardini sono spesso i primi luoghi in cui possiamo avvertire gli effetti delle condizioni meteorologiche estreme come ondate di calore e siccità e vere e proprie inondazioni. E, man mano che il clima cambia, le forniture di acqua pulita stanno diventando sempre più inaffidabili.

È quindi sempre più vitale un’attenta pianificazione e gestione dell’acqua anche nel nostro piccolo, ed avere in cambio giardini più belli e resistenti, anche di fronte a un futuro difficilmente prevedibile.

Ed un altro punto di forza è cercare di raccogliere anche le acque grigie che sono quelle provenienti dal lavaggio dei piatti e dalle vasche da bagno e dalle docce: azioni che possono essere quotidiane e che non necessitano l’organizzazione di cisterne o raccolte particolari.

Come raccogliere la pioggia che cade sui tetti

Un altro sistema è quello di raccogliere l’acqua piovana che cade sui tetti e nelle coperture che inevitabilmente va a disperdersi nei terreni o magari in fognatura se raccolta dai canali di gronda.

Tramite la creazione di sistemi di grondaie connesse tra loro e che convogliano l’acqua piovana in cisterne sotterranee ma anche a livello è possibile raccogliere veramente tanta acqua.

Tramite poi un sistema di pompe elettriche, si possono facilmente convogliare l’acqua agli impianti di irrigazione, a quelli di irrigazione a goccia, ma anche ai tubi per l’annaffio manuale in modo da rendere i giardini autonomi sul fronte del loro nutrimento nei periodi di maggiore siccità.

raccogliere facilmente l’acqua sui tetti (imm.rifaidate.it)

Anche qui, come abbiamo visto prima, chi possiede un giardino può anche affiancare le cisterne con la realizzazione delle conche nel terreno, con l’accortezza di realizzare un buon drenaggio utilizzando ghiaia per fare percolare l’acqua nel terreno limitrofo e non creare grossi ristagni incontrollati.

Ma anche chi ha terrazze, balconi o scoperti, può installare contenitori per la raccolta integrati da sottovasi per vasi di media grandezza da riversare i residui in contenitori in modo da creare un riciclo delle stesse acque.

Ovviamente a tutto questo si deve affiancare la scelta di piante e manti erbosi che non necessitano di troppa e continua irrigazione e che resistono a lunghi periodi di mancanza d’acqua.

Quali piante dobbiamo scegliere per i giardini pluviali

La scelta va fatta utilizzando piante che abbiano la capacità di attecchire rispetto le condizioni che si trovano nei giardini, nei terrazzi e sui balconi, e se si realizzano anche i giardini pluviali, bisogna cercare quelle maggiormente indicate per gli stagni e le zone umide.

La scelta cambia molto rispetto anche rispetto le zone geografiche in cui sono ubicate le aree verdi da irrigare, ma gli esperti consigliano in linea di principio, come piante consigliate per gli stagni di raccolta: la Yucca rossa (Hesperaloe parvi flora) per la sua capacità di tollerare estremi sia di inverni freddi che di estati sempre più secche, il ‘Bogbean’ (Menyanthes trifoliata) che può crescere in acque poco profonde attorno allo stagno o la Viola d’acqua (Hottonia palustris) molto sensibile all’inquinamento ed ottima indicatrice se la fonte d’acqua è pulita o meno.

Anche l’albero di ontano (Alnus glutinosa) con le sue radici che catturano l’azoto, migliorano la fertilità del suolo ad hanno la capacità di assorbire i metalli pesanti tossici presenti nel terreno.

Le migliori piante per affrontare la siccità

Altro importante aspetto da considerare quanto si devono scegliere le piante, è capire quali sono quelle che reggono meglio durante i periodi di secca, in quanto seppur attrezzati con cisterne ed altro, non sempre si riesce ad avere una riserva idrica prolungata.

Per far questo dobbiamo capire la storia delle piante, da dove provengono in origine e di quanta acqua hanno bisogno per crescere e vivere al meglio soprattutto nei periodi più aridi.

Da noi sono consigliate quelle mediterranee spontanee, che sono molto coltivate nei nostri vivai e che sono tra quelle che necessitano di meno acqua e quindi maggiormente indicate: tra queste troviamo il nostro lentisco con bellissimi cisti con fiori colorati, oppure gli elicrisi e i rosmarini, o la Fillirea con foglie somiglianti all’olivo, i ginepri e i teucrium, il camebrio e la Euphorbia characias, l’echium, sempreverde con i suoi bellissimi fiori a candela viola.

piante di macchia mediterranea (imm.erraim.blogspot.it)

Possono anche essere utilizzate piante sudafricane e australiane, in quanto molto resistenti alla siccità, magari inframezzandole alle nostre, e tra queste segnaliamo il callistemone e le piante grasse tipo l’aloe e similari.

In conclusione, è importante che il recupero delle acque diventi parte integrante quando si progetta o si ristruttura una casa, in modo da favorire questi semplici sistemi di recupero e riciclo delle acque per dare una mano alla natura, diminuendo il consumo delle acque potabili, spesso unica fonte di irrigazione per le nostre piante.

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