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Dichiarazione dei Redditi 2024: come dichiarare i guadagni sulle criptovalute.

Dichiarazione dei Redditi 2024: come dichiarare i guadagni sulle criptovalute.
Credits: Immagine fornita dall'inserzionista tokize.com/it

Anche per il 2024, è arrivato il momento della dichiarazione dei redditi.

Poco o nulla è cambiato rispetto agli altri anni ma, se si appartiene alla folta schiera di persone che hanno creduto nelle criptovalute e hanno ottenuto dei profitti da questa forma di investimento speculativo, non ci si può esimere dal dichiararli.

Articolo in collaborazione con: tokize.com/it

Dopo anni di vuoto normativo, un primo passo verso la regolamentazione del settore è arrivato con la Legge di Bilancio 2023, che si è finalmente espressa sulla tassazione di questi asset, pur lasciando alcuni interrogativi irrisolti. La Legge di Bilancio 2024 e la relativa riforma fiscale hanno poi contribuito a colmare alcune lacune. La materia è nuova e complessa e la regolamentazione è in continuo aggiornamento. Per questo motivo, bisogna stare attenti a non commettere errori.

Criptovalute: nascita ed ascesa inarrestabile.

La prima criptovaluta, Bitcoin, è stata creata nel 2009 da una persona anonima (o gruppo di persone anonime) nota come Satoshi Nakamoto, per fornire un’alternativa valida al denaro durante la crisi finanziaria. Utilizzando la tecnologia blockchain, queste “valute” digitali garantiscono transazioni sicure, trasparenti e decentralizzate, senza l’intermediazione di banche o governi. Il successo iniziale di Bitcoin ha ispirato la creazione di migliaia di altri asset simili.

Ad oggi, tra le criptovalute più promettenti ci sono Ethereum, Ripple, Solana e Litecoin, ma le valute virtuali sono davvero tante e variegate, ognuna con caratteristiche uniche e applicazioni diverse.

L’ascesa di questi asset è stata inarrestabile, anche perché spinta da aziende e investitori istituzionali, che non hanno tardato a riconoscerne il potenziale. I consumatori che hanno optato per questo tipo di investimento lo hanno fatto per vari motivi. Alcuni hanno acquistato Bitcoin per il profitto che avrebbe potuto generare nel tempo, altri perché volevano diversificare il proprio portafoglio e altri ancora perché attratti dalla potenziale emancipazione da banche e istituti finanziari.

Quel che è certo è che, da quando il valore delle criptovalute ha iniziato a salire, senza particolari picchi al ribasso, questo tipo di investimento ha iniziato ad attrarre molti. Tuttavia, i tempi in cui i profitti potevano essere sottratti alle tasse grazie alla mancanza di una regolamentazione adeguata sono finiti ed è meglio mettersi in fila, se si vogliono evitare brutte sorprese.

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Tassazione delle criptovalute: come funziona?

Negli ultimi dieci anni, come già accennato, le criptovalute hanno vissuto una vera e propria età dell’oro, che ha portato a un’inevitabile rivoluzione e a una ridefinizione del sistema finanziario. Ciò ha spinto anche i consumatori comuni a credere nelle potenzialità di questi progetti. Per anni, non c’è stata una regolamentazione precisa in materia, in Italia come in Europa, nemmeno sul fronte fiscale. Oggi, invece, ci sono degli obblighi specifici, sia in termini di dichiarazione delle criptovalute possedute (oltre una certa soglia) sia dal punto di vista del monitoraggio fiscale.

Le normative fiscali in materia variano da Paese a Paese ma, in generale, i profitti derivanti da questo tipo di transazioni sono sempre tassati. Per districarsi nella giungla legislativa e burocratica che da sempre caratterizza il nostro Paese, è necessario seguire alcuni passaggi.

Comprendere la natura dei guadagni.

Il primo passo è distinguere tra i vari tipi di guadagni che si possono ottenere dalle criptovalute:

  • Capital Gain: Profitto dalla vendita di criptovalute acquistate a un prezzo inferiore a quello di vendita.
  • Mining: profitti ottenuti dalla creazione di nuove criptovalute attraverso il processo di mining.
  • Staking ed interessi: profitti derivanti dal detenere e “congelare” criptovalute in determinati portafogli o piattaforme allo scopo di guadagnare interessi o premi.

Ogni tipologia di guadagno può essere soggetta a un regime fiscale diverso, pertanto è importante identificare correttamente la fonte del guadagno.

La normativa fiscale in Italia In Italia.

L’Agenzia delle Entrate ha fornito alcune linee guida su come i guadagni derivanti dalle criptovalute sono considerati e tassati: Capital Gain: I guadagni derivanti dal trading di criptovalute sono soggetti a imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi annuali.

  • Capital Gain: I guadagni derivanti dal trading di criptovalute sono soggetti a imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi annuale.
  • Imposta Sostitutiva: Per i piccoli investitori, i guadagni che superano la soglia di 51.645,69 euro detenuti per più di sette giorni lavorativi consecutivi, sono soggetti a un’imposta sostitutiva del 26% .
  • Mining e Staking: I guadagni derivanti dalle attività di mining staking possono essere considerati come redditi diversi e sono soggetti alla tassazione prevista in base alla fascia di reddito del contribuente.

Come dichiarare correttamente i guadagni sulle criptovalute?

Per dichiarare correttamente i propri guadagni sulle criptovalute. è fondamentale registrare accuratamente alcuni dettagli, quali:

  • Data di acquisto e vendita delle criptovalute;
  • Prezzo di acquisto e prezzo di vendita;
  • Quantità di criptovalute da dichiarare;
  • Spese di transazione e commissioni.

Queste informazioni verranno utilizzate per calcolare il capital gain e per fornire evidenza in caso arrivasse un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Come si compila la Dichiarazione dei Redditi?

Per dichiarare i guadagni sulle criptovalute nella dichiarazione dei redditi, è necessario utilizzare il Modello Redditi PF (Persone Fisiche). Nella sezione dedicata ai redditi diversi (quadro RT), dovranno essere indicati i guadagni netti derivanti dalle transazioni che riguardano le criptovalute. Le criptovalute di cui si è in possesso devono essere indicate anche nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi, se superano una certa soglia di valore (15.000 euro).

Dichiarazione dei Redditi 2024: come dichiarare i guadagni sulle criptovalute.
Credits: Immagine fornita dall’inserzionista tokize.com/it

Il capital gain viene calcolato sottraendo il prezzo di acquisto (inclusi i costi di transazione) dal prezzo di vendita per determinare il guadagno netto. Per quanto riguarda, invece, il mining e lo staking, questi guadagni devono essere riportati come redditi diversi, e può essere utile consultare un commercialista per una corretta categorizzazione.

Una volta determinati i guadagni e compilata la dichiarazione dei redditi, si dovrà procedere al pagamento delle imposte dovute tramite il Modello F24, che permette di versare le imposte direttamente all’Agenzia delle Entrate.

Cosa fare in caso di problemi o dubbi?

Il settore delle criptovalute è in continua evoluzione e le normative fiscali cambiano continuamente per stare al passo con il nuovo scenario. È importante, dunque, rimanere aggiornati sulle nuove leggi e regolamenti che potrebbero influenzare la dichiarazione dei guadagni. A tal proposito, sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono disponibili utili aggiornamenti e chiarimenti.

Tuttavia, data la complessità della questione, è consigliabile affidarsi a un commercialista o a un esperto fiscale, un professionista in grado di fornire un’assistenza specifica e che possa garantire che tutti i guadagni siano dichiarati correttamente. Altrimenti, il rischio è di finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate e dover pagare molto più del previsto.

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