Nelle ultime settimane l’installazione a Napoli dell’opera “Tu sì ‘na cosa grande”, nata dall’omaggio dell’artista ligure Gaetano Pesce alla città, continua a far discutere.
Cerchiamo allora di fare il punto della situazione per comprendere meglio sia le posizioni di chi l’apprezza sia quelle di chi ravvede in esse un’offesa alla città, ma soprattutto per dirvi la nostra.
Piazza Municipio: dalla Venere degli Stracci a Tu sì ‘na cosa grande…
Non è la prima volta che Piazza Municipio, uno dei luoghi simbolo della città partenopea, diventa teatro di polemiche legate alle installazioni artistiche che ospita.
A giugno del 2023 era toccato alla Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto ritrovarsi al centro del dibattito. L’opera donata dallo stesso scultore alla città rappresentava una Venere circondata per l’appunto da stracci ove, a detta dell’artista, la dea era l’emblema della bellezza classica mentre gli stracci ciò che quella è in grado di trasformare in arte con sua presenza.
Dopo l’incendio della stessa il 12 luglio 2023, causato da un ragazzo con disturbi psichici, sono stati organizzati svariati comitati di protesta contro l’opera. Da un lato si metteva in discussione il suo valore artistico e dall’altro si osteggiavano i presunti investimenti del Comune di Napoli per l’installazione della sua nuova versione avvenuta il 1°marzo 2024.
In questa circostanza non sono mancati nemmeno coloro che hanno sottolineato il valore sociale dell’opera. Attraverso essa l’artista avrebbe denunciato il declino al quale ci sta conducendo la società postmoderna. Gli stracci, dunque, sarebbero la metafora di quel consumismo che sta letteralmente annientando la bellezza del mondo.
A seguito di ulteriori polemiche sulla collocazione della Venere, dopo la sua rimozione da Piazza Municipio, un nuovo evento ha scosso la “tranquillità” del luogo. Si tratta dell’installazione che riprende l’ultima opera realizzata dal designer Gaetano Pesce, dal titolo “Tu sì ‘na cosa grande”.
‘Na cosa grande da 200 mila euro!
L’inaugurazione del monumento avviene lo scorso 9 ottobre alla presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ma le polemiche la precedono. L’opera che si compone di due sculture – una struttura alta circa 12 metri, che rappresenterebbe l’abito stilizzato di Pulcinella, accanto a due cuori rossi trafitti da una freccia – riprende inequivocabilmente la forma fallica.
Proprio questo l’ha resa oggetto di battute e meme fuori e dentro i social. Ha suscitato ilarità, ma anche l’indignazione di diverse associazioni femministe che hanno ritenuto offensiva l’opera, rintracciando in essa un richiamo alla cultura patriarcale. Senza considerare che anche la figura di Pulcinella, molto cara al popolo napoletano, sembra uscirne se non distrutta quantomeno danneggiata.
La cerimonia d’inaugurazione ha visto la trasformazione dell’abito della maschera napoletana, che dal classico bianco si è improvvisamente colorata, ma l’effetto finale è rimasto sostanzialmente invariato.
Silvana Annichiarico, curatrice dell’installazione nonché collaboratrice dell’artista, ritiene che quest’ultimo, scomparso lo scorso aprile, sarebbe stato felice del dibattito suscitato intorno all’opera, in linea con il fermento creativo e vitale che da sempre caratterizzano la città.
E allora veniamo a noi. Un giudizio morale sull’opera ci sembra del tutto fuori luogo. Tuttavia, dal punto di vista dell’arte contemporanea, l’idea che si porta avanti da anni sui monumenti site specific, ideati cioè per essere inseriti in un luogo preciso ed essere in grado di dialogare con esso, non ci sembra in questo caso aver colto nel segno, già solo per l’imponenza delle dimensioni.
E se, come a detta di Annichiarico, ciascuno vede nell’opera d’arte ciò che desidera, c’è un elemento oggettivo che prescinde dal gusto estetico. Si tratta degli oltre 200.000 euro di denaro pubblico che sarebbero stati spesi per la sua realizzazione, avvenuta grazie grazie ai fondi Poc Campania 2014-20 Piano strategico per la Cultura e i Beni Culturali 2022-23.
Se il sindaco sostiene che “Napoli è viva” e il dibattito ne è un esempio, noi ci chiediamo se una delle più belle piazze della città ne esca davvero rinnovata. E se invece per il progetto “Napoli Contemporanea” in cui s’inserisce l’opera, non sarebbe stato meglio investire su programmi capaci di qualificare opere già esistenti, avvicinare il pubblico all’arte e informarlo anche sulle trasformazioni in essere che riguardano il settore.
Ci chiediamo insomma, se un investimento differente non avrebbe potuto portare maggiori benefici alla città, al popolo e ai turisti che, sì, hanno preso d’assalto la zona, ma fondamentalmente con l’intento di schernire l’opera.
Dal presepe al gelato e non è finita qui!
A questo punto la risposta non può che essere lasciata ai napoletani, che tra un sorriso di gusto e uno più amaro trovano anche delle idee per trasformare il danno e la beffa in un’opportunità.
Nella famosa strada dei pastori, in Via San Gregorio Armeno, infatti, l’artigiano Marco Ferrigno si è già attivato per inserire nei suoi presepi delle creazioni realizzate ad hoc per evocare il monumento di Gaetano Pesce. Quasi contemporaneamente in una pasticceria di Sorrento è nato il nuovo gelato: “Tu sì ‘na cosa grande”.
Intanto, però, proseguono anche le provocazioni. L’ultima, solo in ordine di tempo, ha visto il posizionamento nei pressi dell’opera di un hula hoop gigante avvolto dal cellophane, a sottolineare ironicamente che per un “membro” di tali proporzioni è necessario un condom altrettanto importante.
Insomma, va da sé che l’arte non deve assecondare il gusto dell’osservatore, ma è pur vero che in questa vicenda i più creativi sembrano essere stati ancora una volta i napoletani.