La Blue Economy rappresenta una delle più significative opportunità di sviluppo economico sostenibile per l’Italia, un paradigma che trasforma il mare da semplice scenario turistico a motore di crescita economica e innovazione tecnologica.
Cos’è la Blue Economy ? E perché è un settore in espansione con potenziale inesplorato?
La Blue Economy si basa sull’utilizzo sostenibile delle risorse marine e costiere, integrando tutela ambientale e sviluppo economico attraverso un approccio sistemico che abbraccia diversi comparti: dalla pesca sostenibile alle energie rinnovabili marine, dal turismo costiero all’acquacoltura avanzata, fino alle biotecnologie marine e alla digitalizzazione delle infrastrutture portuali.
I dati dell’OCSE evidenziano l’importanza strategica del settore: l’economia marina globale genera il 2,5% del valore aggiunto mondiale e occupa oltre 31 milioni di persone. Per l’Italia, con i suoi 8.000 chilometri di coste e una superficie marina superiore a quella terrestre, il potenziale di sviluppo è particolarmente significativo.
I numeri dell’economia blu italiana
Secondo il XII Rapporto sull’Economia del Mare, il comparto blu italiano vale 178 miliardi di euro, corrispondenti al 10,2% del PIL nazionale. Le regioni meridionali guidano la classifica con circa un terzo del valore prodotto, mentre Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Lazio e Sicilia si distinguono per performance particolarmente elevate. Province come Trieste, Livorno e La Spezia raggiungono picchi di valore aggiunto superiori al 15%.
Questi numeri testimoniano la vitalità di una filiera che tuttavia presenta ancora margini di crescita significativi, soprattutto in termini di integrazione strategica e investimenti in innovazione.
Innovazione tecnologica e sostenibilità
La Blue Economy si caratterizza per la sua natura intrinsecamente innovativa. Settori emergenti come la biomimesi marina – che studia i meccanismi naturali per sviluppare tecnologie sostenibili – stanno aprendo nuove frontiere applicative. Materiali ispirati alla pelle degli squali per ridurre l’attrito navale, sistemi di produzione energetica basati su temperatura corporea e pressione acustica rappresentano esempi concreti di questa evoluzione.
Le energie rinnovabili marine costituiscono un altro pilastro fondamentale: eolico offshore, solare flottante, impianti per lo sfruttamento delle maree e del moto ondoso sono tecnologie già operative in fase di espansione. L’Italia, pur con un ritardo rispetto ad altri Paesi europei, sta avviando i primi progetti strutturati in questo ambito.
Sviluppo territoriale e valorizzazione delle comunità costiere
La Blue Economy non si limita agli aspetti tecnologici, ma comprende anche dimensioni culturali e sociali. La valorizzazione del turismo sostenibile, la trasformazione della pesca in presidio di biodiversità, il recupero dei borghi marinari rappresentano elementi essenziali per la rigenerazione delle filiere e delle comunità costiere.
Esempi virtuosi come i distretti ittici siciliani, che integrano imprese, università e istituzioni per valorizzare le risorse locali in chiave sostenibile, dimostrano come sia possibile coniugare sviluppo economico e tutela ambientale attraverso approcci innovativi e collaborativi.
Sfide ed opportunità della Blue Economy
Il settore affronta sfide significative, dall’inquinamento marino alle microplastiche, dalla necessità di rafforzare la legalità in alcuni contesti costieri alla frammentazione della governance tra diversi livelli istituzionali. Tuttavia, le opportunità di crescita sono concrete e supportate da strumenti europei come il programma BlueInvest, che stanzia 75 milioni di euro per startup innovative, e la Sustainable Blue Economy Partnership, che coinvolge 60 partner in 25 Paesi.
Prospettive future
La Blue Economy rappresenta una sintesi efficace tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale, offrendo all’Italia l’opportunità di valorizzare pienamente il proprio patrimonio marittimo. Il successo dipenderà dalla capacità di sviluppare una visione strategica integrata, sostenere l’innovazione tecnologica e promuovere modelli di governance collaborativa tra tutti gli attori coinvolti.
L’Italia ha le potenzialità per diventare un leader europeo nell’economia blu, trasformando il mare da risorsa paesaggistica a asset strategico per il futuro del Paese.
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