Il regista cinematografico ha con il suo genio ispirato l’arte, la moda e, in generale, l’estetica del nostro tempo, ma soprattutto ci ha costretti a guardare con occhi nuovi il mondo reale.
Anche la redazione di MondoUomo.it piange la scomparsa del grande regista, sceneggiatore e artista David Lynch, avvenuta qualche giorno fa all’età di 78 anni, a causa di un enfisema polmonare, di cui soffriva da tempo. Abbiamo così deciso di omaggiarlo non solo per essere stato un rivoluzionario nel mondo del cinema, ma anche per essere stato un’icona maschile di stile e originalità assoluta.
Il contributo di David Lynch: dentro e fuori il cinema.
A consacrare David Lynch come una delle personalità più rilevanti della storia cinematografica sono le 4 candidature agli Oscar, nonché l’Oscar alla carriera ricevuto nel 2020, ma c’è altro. Ci riferiamo a ciò che il suo genio è riuscito a portare sul grande schermo, così come nella nella vita di coloro che almeno una volta sono entrati in contatto con le sue produzioni.
Sul fronte cinematografico ha saputo rompere con i canoni narrativi tradizionali, introducendo nuovi espedienti stilistici in grado di destabilizzare lo spettatore. Pensiamo alle riprese degli oggetti in primo piano, al ricorso alle basse frequenze sonore, alla presenza di leitmotiv ricorrenti e all’inserimento di dialoghi del tutto dissonanti rispetto al contesto circostante. Tutte componenti, queste, in grado di generare inquietudini e turbamenti, ma anche dare vita a rebus ed enigmi.
Il mistero intriso di simbolismo è quasi sempre teso a dimostrare l’esistenza di una realtà ineffabile, che spesso e volentieri si confonde o addirittura sostituisce con il sogno. Anche il soggetto, insieme al concetto stesso d’identità, ne esce frammentato e distorto.
Questo approccio, che noi rintracciamo in straordinarie pellicole come Mulholland Drive e Lost Highway, trova massima espressione anche nella famigerata serie Twin Peaks, e in moltissimi altri capolavori firmati da David Lynch.
Grazie al suo incredibile talento, insomma, il cinema prende una direzione opposta e contraria a quella del realismo. Il suo surrealismo è però anche diverso da quello dei suoi predecessori. Soprattutto perché egli valorizza quel dettaglio illogico, quell’elemento indecifrabile – e per certi versi “impossibile” – che sfugge alla nostra comprensione, ponendoci così dinanzi ai nostri limiti. E lo fa inserendosi nel presente, affrontando temi moderni – come il fallimento del sogno americano – e arricchendo il tutto con un linguaggio visivo e sonoro inedito. Per questo la sua influenza va ben oltre il cinema, in barba ai suoi, non pochi, detrattori.
Uno stile unico che ha ispirato generazioni di fashion designer.
Il regista statunitense è stato, come anticipato, anche un’icona di stile senza precedenti. Sobrio, elegante e distintivo, con la sua camicia rigorosamente abbottonata fino in cima, David Lynch riesce ad esprimere una visione personalissima della moda. Lo fa soprattutto attraverso i look e i costumi che ha portato sul grande schermo. Consapevole del fatto che proprio l’outfit fosse imprescindibile per calcare la personalità dei personaggi, fino a diventare una metafora delle loro distorsioni emotive.
La creatività di Lynch è stata inevitabilmente terreno fertile per i fashion designer di tutto il mondo. Attraverso richiami più o meno espliciti ai costumi, alle atmosfere, ai suoni e persino ai silenzi che caratterizzano il suo universo cinematografico, molti di essi hanno realizzato o presentato le loro collezioni. Talvolta il collegamento tra Lynch e la moda è stato mediato dalla sua vena di artista poliedrico.
Rientra in quest’ultima categoria la collaborazione con il celebre stilista di calzature di lusso Christian Louboutin. Nel 2007 Lynch firma, infatti, una serie di scatti realizzati alle calzature più sensuali dello stilista, divenute poi oggetto di una mostra fotografica, esposta presso la Galerie du Passage di Parigi, intitolata “Fetish“. Il focus? Esplorare il mondo fetish e celebrare il mistero della femminilità.
Vale la pena ricordare anche la collaborazione diretta tra Lynch e Kenzo, che per la collezione Autunno-Inverno 2014 celebra la visione estetica e la bellezza estraniante delle pellicole del regista, che a sua volta cura la direzione artistica del suo spettacolo.
Memorabili sono anche gli svariati omaggi di Raf Simons. Lo stilista belga non solo si rifà alle atmosfere dei suoi film che vengono riproposte in passarella – come nel caso della collezione Autunno Inverno 2019 – ma ne riprende anche frame che diventano stampe su magliette e t-shirt nel 2020.
Espressione dell’arte e dello stile di Lynch possiamo rintracciarle anche in ambito pubblicitario. Ci riferiamo allo spot realizzato per Gucci nel 2008, e ancor di più al cortometraggio Lady Blue Shanghai, ideato dal regista per Dior, con tanto di richiami onirici e simboli, volti ad aprire al brand le porte dell’Est.
David Lynch oltre il tempo e lo spazio.
La capacità di Lynch di sondare la psicologia umana, e i turbamenti più profondi che cela, si associa alla sua peculiare creatività, rendendolo un vero punto di riferimento per l’uomo contemporaneo, capace di analizzare ed esprimere anche il suo lato più complesso ed emotivo. La stessa pratica della meditazione trascendentale, che egli sosteneva essere determinante per il suo atto creativo, lo restituisce a noi come un uomo che ha saputo incarnare in toto lo spirito del suo tempo, ma anche anticipare territori inesplorati.
Ma più di ogni altra cosa, egli è riuscito a creare mondi paralleli e trasportarci in essi, facendoci perdere il senso della realtà. Andando oltre, con le sue visioni disturbanti e suggestive, ci ha dimostrato che la realtà è un modo dell’apparenza dalla quale non si distingue mai nettamente. Se dunque essa è solo una trama ambigua e discontinua, ci piace pensare che la morte stessa possa essere solo un limite della nostra percezione. Insomma, se Lynch ci ha davvero lasciati sospesi tra sogno e realtà, allora noi vogliamo immaginarlo in un cosmo alternativo alle prese con un altro sé e nuove straordinarie sperimentazioni.