Da più di un quarto di secolo i due autori collaborano scrivendo a quattro mani romanzi noir per la Giunti Editore. In questi giorni si presenta in Prima Nazionale alla Biblioteca San Giorgio di Pistoia l’ultima loro fatica dal titolo Vola Golondrina.
Ed è l’ennesimo successo, conferma l’editor di Giunti, Paolo Fabrizio Iannuzzi, perché si colloca immediatamente nella decina dei libri TOP, i più venduti in Italia.
Loreno e Francesco si concedono alla platea da tutto esaurito della sala Terzani scherzando come vecchi teatranti e il pubblico pende dalle loro battute.
Come nasce il loro connubio? Soprattutto dalla conoscenza e dall’amicizia. Si passano le idee, ci pensano, poi iniziano a realizzarle e le concretizzano, tra scrittura e riunione a tavola, da soli o con gli editor, litigando, discutendo, brindando davanti a fumanti pietanze dell’appenino tosco emiliano.

Ma chi sono questi fantastici autori di noir, e non solo?
Chi non conosce Francesco Guccini…?! Modenese doc, cantautore, poeta e scrittore, un mito per intere generazioni. Molte le sue pubblicazioni e un premio Selezione Campiello nel 2019. Nel 2011 ha concluso la sua stagione di concerti e il suo ultimo disco musicale è stato ‘L’ ultima Thule’. Una straordinaria carriera per un personaggio mitico.
Loriano Macchiavelli, bolognese, è riconosciuto come uno dei Maestri del noir italiano. È il creatore del personaggio di Sarti Antonio, uno dei più popolari poliziotti della narrativa nazionale. Ha pubblicato oltre 30 romanzi, cimentandosi con successo anche in sceneggiature per teatro, cinema e televisione.
Guccini e Macchiavelli ad oggi hanno pubblicato in questi ventisette anni, di ispirato connubio, circa otto romanzi per Mondadori e una cinque volumi per Giunti. Una produzione considerevole.
Di loro si ascoltano solo complimenti come da parte del Direttore della sezione narrativa di Giunti editore, Antonio Franchini, che afferma quanto questi ventisette anni di collaborazione con loro siano volati. È stata una avventura comune, un tavolo di lavoro significativo e di continua crescita per tutto il gruppo. “La sera in cui questa coppia si è creata, rimane uno dei miei ricordi più belli” confessa, e aggiunge” non credevo funzionasse. Nel panorama esistevano già autori che scrivevano a quattro mani, di successo, e non credevo che loro ce la facessero. Invece sono stati eccezionali”.
Il direttore svela poi dei piccoli segreti legati all’esordio: “Loriano all’epoca era già un maestro del noir italiano e Francesco era un grande appassionato del genere. L’idea di Macaronì era venuta proprio a quest’ultimo che la passò a Macchiavelli a cui venne l’ispirazione di scriverla insieme. Naturalmente, Guccini disse no. Come fa sempre del resto. Poi invece ci ripensò e da allora non si sono più fermati.”

Un altro contributo importante per capire meglio la forza di questa coppia viene dal professore Alberto Bertoni dell’Università di Bologna. “Chiaramente non sono un professore di Thriller…” Esordisce al suo intervento. “Ma nel privato è il mio genere preferito e consumo i libri gialli e noir in maniera spasmodica. Faccio i complimenti a Giunti Editore per aver scoperto questi autori.”
Il professore evidenzia la freschezza e l’innovazione della scrittura del romanzo e come il giallo in fondo sia solo l’involucro di un lavoro più complesso fatto di ricerca e di storia. Un altro aspetto che lo ha colpito, inoltre, è senz’altro l’uso dell’ambientazione naturale, dei boschi, dei luoghi dell’Appenino, che diventano protagonisti del romanzo. Come pure l’intreccio delle storie, audace e riuscito, e la caratterizzazione del personaggio di Lope, la giornalista investigatrice, senza dimenticare la difficile elaborazione dei piani temporali diversi, che vanno dagli anni del 37/38, e poi al 1948 e successivamente al 1972.
Ma come è nato il titolo del romanzo ‘Vola Golondrina’?
Risponde Francesco Guccini” Mi sono svegliato con questa parola in testa. E’ una parola castigliana che vuol dire rondine, rondinina. Poi mi è venuto in mente che poteva essere il nome di battaglia di una donna basca che lottava per la libertà negli anni del 37/38 in Spagna.

Come avviene questa scrittura quattro mani, gli viene poi chiesto. E Guccini spiega che si dividono i capitoli in maniera semplice: ad uno i pari e ad uno i dispari. “Poi quando ho scritto il mio capitolo lo passo a Loriano che me lo cambia completamente! E lui i suoi capitoli non me li passa mai…ha sempre una scusa…ora lo finisco…dopo te lo porto…e così via. In sostanza io li leggo quando sono già pubblicati!”
Un’altra curiosità che viene chiesta agli autori riguarda i nomi usati nel romanzo. È sempre Francesco che afferma che sono presi dalla sua vita quotidiana e del suo passato, amici di scuola, personaggi incontrati, morose.
Si farà una fiction da questo romanzo? È la curiosità del pubblico a chiedere.
“Abbiamo avuto diversi contatti, nel passato, anche per Macaronì, ma poi non se ne è fatto nulla” dice Loriano.
A Guccini viene chiesto se le vicende dell’investigatrice Lope Rocchi avranno un seguito e lui risponde che è difficile, tuttavia ha già una mezza idea che però, ancora, non rivela a nessuno!
Il libro termina con i versi di una poesia di Renata Viganò, che Loriano legge al pubblico terminando un emozionante incontro letterario:
“Ma io vorrei morire stasera,
e che voi tutti moriste
col viso nella paglia marcia,
se dovessi un giorno pensare
che tutto questo fu fatto per niente.”

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