Il 2025 segna un cambio di rotta nella politica del canone televisivo italiano; dopo la parentesi del 2024, che aveva visto una riduzione a 70 euro, il contributo annuale per il servizio pubblico radiotelevisivo torna alla quota di 90 euro.
La decisione è emersa dalle aule parlamentari, dove la Commissione Bilancio del Senato ha respinto con 12 voti contrari e 10 favorevoli la proposta di mantenere l’importo ridotto.
L’impatto dell’aumento del canone sulle bollette.
L’impatto di questo aumento del Canone RAI si rifletterà direttamente sulle bollette elettriche degli italiani, con un incremento di circa 9 euro mensili per chi riceve fatturazioni mensili, che diventano 18 euro per chi ha optato per la fatturazione bimestrale. Dal 2016, infatti, il canone viene addebitato direttamente in bolletta, con una suddivisione in dieci rate da gennaio a ottobre, una misura che ha contribuito significativamente alla riduzione dell’evasione.
Chi può risparmiare sul Canone RAI: ecco le esenzioni previste.
Non tutte le famiglie dovranno sostenere questo aumento. Il legislatore ha previsto diverse categorie di esenzione che meritano particolare attenzione. Gli anziani over 75 con reddito annuo inferiore agli 8.000 euro possono richiedere l’esonero totale, purché nell’abitazione di residenza non convivano altri familiari titolari di reddito proprio. L’esenzione si estende anche ai diplomatici e militari stranieri.
Come e quando richiedere l’esenzione?
Chi non possiede un televisore può evitare il pagamento presentando un’apposita dichiarazione sostitutiva all’Agenzia delle Entrate. Per beneficiare dell’esenzione per l’intero anno 2025, la dichiarazione va presentata entro il 31 gennaio, mentre per il secondo semestre la scadenza è fissata al 31 luglio.
Strategie per contenere i costi energetici.
L’aumento del canone si inserisce in un contesto di generale attenzione ai costi energetici delle famiglie italiane. Gli esperti del settore consigliano di valutare attentamente le diverse offerte presenti sul mercato libero dell’energia, considerando che una scelta oculata del fornitore può contribuire a bilanciare l’incremento del canone.
Le ragioni dell’aumento e le prospettive future.
La decisione di riportare il canone a 90 euro annui nasce dall’esigenza di garantire un adeguato finanziamento al servizio pubblico radiotelevisivo, ma rappresenta indubbiamente un aggravio per i bilanci familiari in un periodo di particolare attenzione alle spese domestiche. La chiave per gestire questo aumento risiede nella conoscenza delle agevolazioni disponibili e in una gestione accorta delle utenze domestiche.