Una buona conoscenza finanziaria, ordine mentale ed un po’ di sangue freddo, sono i principali obiettivi da prefissarsi per cercare di evitare di commettere errori quando valutiamo come investire i nostri risparmi, ma soprattutto non decidere mai seguendo solo l‘istinto.
Possono essere numerosi i motivi che ci inducono ad aver timore di investire e che spesso portano a tenere immobilizzati i nostri soldi nei conti correnti.
Tra le più frequenti scuse rispetto la volontà di investire c’è quella di non essere in grado di farlo soprattutto per la paura di perdere i nostri soldi, adducendo come motivazione principale: se non investo non rischio di perdere i soldi messi da parte con il lavoro.
Tale motivazione, del tutto condivisibile, significa però lasciare i soldi fermi nei nostri depositi bancari, senza che possano fruttare nulla a titolo di interessi e senza renderci conto di come questo significhi far perdere potere di acquisto ai nostri risparmi.
L’inflazione come motore per la perdita di potere di acquisto.
Tutti noi sappiamo quanto l’inflazione eroda potere d’acquisto ai nostri risparmi, considerato che oramai i depositi bancari non fruttano praticamente nulla come interessi, ma abbiano costi che spesso tendono a crescere.
Tutto questo avviene dopo tanti anni di inflazione al minimo, ma da qualche anno il tasso percentuale di crescita ha subito un repentino rialzo, con picchi assoluti come non ricordavamo da anni.
La spinta iniziale è stata data dalla pandemia mondiale di Covid, che ha innescato un volume di incremento dei prezzi senza precedenti seguita subito dopo dalle turbolenze che il mondo sta vivendo, come guerre, crisi monetarie e quant’altro.
Tutto questo per noi risparmiatori si traduce in una perdita di potere d’acquisto del denaro che abbiamo a disposizione, in quanto lasciare i nostri risparmi fermi intacca considerevolmente il loro valore.
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