Nella nuova manovra finanziaria per il prossimo 2025 è stato inserito un taglio del cuneo fiscale che produrrà benefici ed indennità, sulla base del reddito globale percepito, che coinvolgerà una importante fascia di lavoratori dipendenti.
Con questa nuova Manovra il Governo modificherà lo sconto sui contributi previdenziali introdotto dal precedente Governo presieduto da Draghi, rimasti fino ad ora inalterati e periodicamente confermati fino a tutto il 2024.
Non saranno invece cambiate ma rese strutturali le aliquote attualmente in vigore basate sulle tre aliquote d’imposta a tre scaglioni di reddito introdotte l’anno scorso ed il taglio del cuneo fiscale per le persone fisiche previsto per il 2024.

La principale novità della nuova Manovra fiscale, che entrerà in vigore nel prossimo anno, sarà legata a dei benefici economici che potranno arrivare fino a mille euro all’anno per chi percepirà redditi compresi tra 20 mila e 32 mila euro, mentre per chi si attesta al di sotto di tale fascia è prevista un’indennità.
Altra importante modifica riguarderà il concetto di reddito che fino a quest’anno è stato sempre calcolato come stipendio lordo percepito da ogni lavoratore nell’arco di un anno.
Con la nuova Manovra il taglio del cuneo fiscale non si prenderà più in esame solo il reddito annuo percepito, ma bensì sarà considerato il reddito complessivo del soggetto.
Questo significa che tale reddito sarà calcolato prendendo in considerazione ogni tipo di rendita, integrando quindi affitti o quant’altro viene percepito come reddito dalla singola persona fisica.
L’ipotesi di taglio del cuneo fiscale nella Manovra 2025.
Con la nuova Manovra fiscale il Governo si è posto l’obiettivo di arrivare ad una riduzione del carico fiscale a carico del lavoratore, calibrato in funzione di specifiche fasce di reddito che dovranno comportare degli incrementi di stipendio.
Il più importante scaglione di reddito preso in esame per il 2025 riguarderà chi percepisce un reddito compreso tra i 20 mila ed i 32 mila euro annui, che comporterà per questi lavoratori un aumento di circa mille euro in più lordi all’anno in busta paga.
Al superamento del tetto dei 32mila euro annui inizierà una progressiva diminuzione fino ad arrivare, per che percepisce fino a 44 mila euro di stipendio lordo, un aumento minimo di circa 100 euro annuali.
Analogo discorso vale anche per chi si trova nella fascia di reddito compresa tra i 20 mila ed i 10 mila euro annui, dove al momento è previsto un incremento medio di circa 100 euro annui.
Infine, chi supera la soglia dei 44 mila euro non subirà alcuna variazione di reddito e rimane anche confermata la no tax area per chi percepisce un reddito lordo annuo sotto gli 8.500 euro.
Lo schema di dettaglio del taglio del cuneo fiscale.
Come accennato sopra, lo sgravio non guarderà più il solo reddito da lavoro, ma prenderà in considerazione il reddito annuo complessivo percepito e sulla base di tale modifica, dal prossimo anno, sarà varato questo nuovo meccanismo così sintetizzabile:
- Per chi percepisce redditi fino a 20 mila euro viene introdotto un «bonus»;
- Per i redditi tra i 20 mila e i 32 mila euro ci sarà uno sgravio fiscale di circa mille euro fissi;
- Per i redditi sopra i 32 mila euro e fino ai 44 mila euro si attuerà una graduale riduzione dello sgravio in busta paga.
L’aiuto per gli stipendi medi.
Il principale obiettivo del Governo è quello di mantenere inalterati i benefici tuttora in vigore, che comprendono una platea di circa 13 milioni di lavoratori. Si tratta di coloro che percepiscono un reddito annuo contenuto entro i 32 mila euro lordi all’anno, aiutando principalmente questi lavoratori.
Parallelamente, introdurre un décalage fino ai redditi di 44 mila euro per evitare così l’«effetto soglia 32 mila euro», che quest’anno ha fatto perdere fino a 1.100 euro a tutti coloro che hanno superato questo tetto anche per un solo euro.

Lo scopo principale dell’intervento e quindi quello di allargare la platea dei contribuenti, aumentandone la capienza di circa un milione, aiutando soprattutto chi percepirà un reddito compreso tra i 35 e i 40 mila euro annui.
In definitiva il Governo si è focalizzata soprattutto sulla fascia dei redditi medi, in quanto fino ad oggi erano sempre rimasti esclusi dal taglio del cuneo contributivo.
Il “bonus” per redditi fino a 20 mila euro di reddito annuo.
Vediamo ora a quanto ammonta il “bonus” per i lavoratori dipendenti che percepiscono fino a 20 mila euro anno, previsto anche qui per fasce di importo secondo il seguente schema:
- Fino a 8.500 euro di reddito, il contributo aggiuntivo sarà del 7,1% annuale;
- Tra 8.500 e 15 mila euro di reddito, il contributo sarà del 5,3%;
- Tra 15 mila e 20 mila euro, il contributo è del 4,8%.
È importante sapere che tale “bonus” non concorrerà a formare il reddito ai fini della tassazione.
Per capire meglio come si applica tale “bonus” e quali saranno gli incrementi in busta paga per il prossimo anno, facciamo qualche calcolo come esempio:
- per chi percepisce uno stipendio annuale fino a 15 mila euro, il “bonus” da applicare sarà del 5,3% e questo significa che il suo stipendio lordo annuo aumenterà di 795 euro pari a 66,25 euro lordi al mese;
- per chi ha uno stipendio fino a 20 mila euro annui, sarà applicato un “bonus” del 4,8% ed otterrà 960 euro, che mensilmente corrispondono ad 80 euro.
Per entrambi i casi tale contributo non sarà applicato sulla tredicesima mensilità e quindi pagato per dodici mensilità.

Facendo un raffronto con il regime fiscale in vigore vedremo che per tali redditi cambia poco o nulla infatti:
- per il primo contribuente (soglia fino a 15 mila euro) praticamente non cambia nulla in quanto tale “bonus” corrisponde a quanto già percepisce per quest’anno con il taglio del cuneo contributivo 2024 che vale 67 euro mensili.
- Nella seconda ipotesi, la situazione migliora veramente di poco, perché attualmente lo stesso percepisce 77 euro mensili di taglio contributivo.
Cosa succede per i redditi tra i 20 e i 32 mila euro?
Riprendendo lo scaglione di reddito da lavoro dipendente compreso tra i 20 e i 32 mila euro, il meccanismo di applicazione del taglio del cuneo fiscale, come abbiamo già visto è diverso.
Per loro è prevista una detrazione fissa di mille euro all’anno, ovvero 83,3 euro per dodici mensilità (sempre tredicesima esclusa).
Come scala il cuneo fiscale per i redditi tra i 32 mila e i 44 mila euro?
In questo caso per i redditi da lavoro dipendente compresi i 32 e i 44 mila euro di stipendio lordo annuale, la detrazione sarà decrescente al crescere del reddito e si azzererà per chi raggiunge il tetto dei 44 mila euro.
Ma vediamo anche qui come cambieranno gli stipendi per chi si trova in questa fascia.
- Per chi guadagna fino a 32 mila euro la situazione per l’anno prossimo rimarrà più o meno quella di quest’anno, con uno sgravio di poco superiore ai 100 euro lordi mensili.
- Tra i 32 e fino ai 44 mila euro è previsto uno sconto dello sgravio fino ad azzerarsi al superamento della soglia più alta.
In definitiva la fascia maggiormente favorita è quella tra i 30 e i 32 mila euro, che avrà circa mille euro lordi annuali in più in busta paga, per poi scalare fino ad arrivare ai 5 euro e mezzo annuali per chi guadagna 44 mila euro.
La conferma del sistema a tre aliquote Irpef.
Come già accennato all’inizio del nostro articolo, oltre al taglio del cuneo fiscale, il Governo conferma la proroga del sistema a tre aliquote Irpef che riassumiamo di seguito.
- Per i redditi fino a 28 mila euro, aliquota del 23%.
- Per i redditi tra i 28 e i 50 mila euro, aliquota del 35%.
- Per i redditi sopra i 50 mila euro, aliquota del 43%.
Le nostre opinioni e conclusioni
Da quanto detto fino ad ora, si evince che il taglio del cuneo fiscale è stato introdotto cercando di favorire le fasce di reddito medio, che è quella che da tale modifica avrà maggiori benefici economici in busta paga.
Per tutte le altre fasce, e soprattutto per i redditi medio bassi, sostanzialmente cambierà poco o nulla.
Bisogna ora vedere se, nella Manovra fiscale per il prossimo 2025, quanto indicato sarà confermato o se saranno apportate variazioni o modifiche, ma una cosa è certa: per chi guadagna già oggi poco, non cambierà praticamente nulla.