LeBron James ce l’ha fatta. Se ormai era inevitabile, tutto il mondo del basket mondiale attendeva che il fuoriclasse dei Los Angeles Lakers battesse ufficialmente il record dei punti realizzati nella National Basketball Association.
L’impresa è arrivata nel corso della gara che il team californiano, una delle più iconiche a livello globale, ha disputato contro gli Oklahoma Thunder, in cui neanche i 38 punti del suo asso di punta sono serviti ad evitare l’ennesima sconfitta stagionale. Con quelli segnati in questa occasione sono in totale 38387 i punti sinora messi a segno da James, un numero destinato comunque ad essere incrementato nel prosieguo di una carriera la quale potrebbe durare ancora a lungo. Il giocatore ha infatti più volte affermato di volersi ritirare soltanto dopo aver giocato nella massima lega cestistica insieme al figlio Bronny, attualmente militante a livello di high school.
La gara NBA del record
La gara tra Los Angeles Lakers e Oklahoma City Thunder ha sin dall’inizio assunto un unico significato, quello di vedere se LeBron James avrebbe messo a segno i 36 punti necessari per battere il record di Kareem Abdul-Jabbar, centro che contrassegnò gli anni tra il 1975 e il 1989 nel team californiano e nel basket a stelle e strisce.
Il sorpasso è avvenuto alla fine del terzo quarto di gioco e da quel momento sono iniziate le celebrazioni, che hanno coinvolto lo stesso Abdul-Jabbar, il quale si è alzato in piedi per applaudire il nuovo recordman. La gara è stata temporaneamente sospesa per dare modo a James di pronunciare un breve discorso in cui l’atleta ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno preso parte, in un modo o nell’altro, alla sua avventura agonistica.
Un discorso cui hanno assistito, tra gli altri, la leggenda del tennis John McEnroe, le star della musica Jay-Z, LL Cool J e Bad Bunny, il pugile Floyd Mayweather Jr. e l’attore Denzel Washington. Un parterre d’eccezione per un’impresa destinata comunque a restare negli annali del basket.
Chi è LeBron James
LeBron James è nato ad Akron, in Ohio, il 30 dicembre del 1984. Rivelatosi come potenziale fuoriclasse già nel corso della carriera universitaria, è arrivato nella NBA nel 2003, nella veste di un predestinato. Un ruolo del resto indicato in maniera eloquente dal soprannome che ne ha accompagnato l’avvento nella maggiore lega professionistica del basket globale: The Chosen One, ovvero “Il prescelto”.
Sin dalle prime gare della sua carriera professionistica, iniziata coi Cleveland Cavaliers, James ha dimostrato di meritare in tutto e per tutto quel soprannome, soprattutto grazie ad una versatilità straordinaria, che gli permette in pratica di ricoprire qualsiasi ruolo.
Nel corso della sua carriera ha sin qui vinto quattro titoli NBA (uno coi Cavs, due coi Miami Heat e uno coi Lakers), oltre a guadagnarsi altrettante volte la qualifica di Most Valuable Player. Tanto da essere ormai considerato nel ristretto novero di coloro che possono concorrere per la nomina di miglior giocatore di ogni epoca.
Oltre a distinguersi per le imprese sportive, il fuoriclasse di Akon è riuscito a farsi notare anche per le costanti prese di posizione di carattere politico. Un ruolo diventato ancora più rilevante dopo la nascita del movimento Black Live Matters, a seguito dell’uccisione di George Floyd da parte delle forze dell’ordine, la quale scatenò una lunga serie di tumulti negli Stati Uniti.
Un ruolo che James non ha mai rifiutato, tanto da affermare che BLM deve essere considerato alla stregua di un vero e proprio modo di vita, più che un semplice movimento: “No, è una marcia per la vita, molto di più. A me non piace la parola movimento perché sfortunatamente in questo Paese e nella nostra società, non c’è nessuno che pensa ai nostri interessi. Non c’è mai stato.” Un leader sociale, quindi, oltre che sportivo.