Ancora una volta ci troviamo a raccontare una storia che non avremmo mai voluto scrivere; un’altra giovane donna, Ilaria Sula, 22 anni, è stata brutalmente strappata alla vita.
Il suo corpo senza vita è stato ritrovato questa mattina, chiuso in una valigia e gettato in un dirupo nei pressi di Poli, tra Tivoli e Roma. Il responsabile, il suo ex fidanzato, ha confessato.
Fine della storia? No. Perché la storia vera è quella che continua a ripetersi, senza sosta, senza cambiamenti, senza una vera risposta da parte della società.
Oggi volevo dedicare un articolo al femminicidio della povera Sara Campanella, uccisa a Messina.
Ed invece ci troviamo di fronte ad un altro delitto, l’ennesimo!
Chi era Ilaria Sula?
Ilaria era una ragazza come tante, una studentessa universitaria che aveva lasciato la sua città natale, Terni, per costruire il proprio futuro a Roma. Studiava Scienze Statistiche alla Sapienza, divideva un appartamento con due coinquiline, aveva amici, sogni, speranze. Era una di noi, una di voi.
Ma nella sua vita c’era anche lui. Un ex fidanzato di 23 anni, che evidentemente non accettava la fine della relazione. Un ragazzo che, invece di elaborare la rottura, ha deciso che se non poteva averla lui, nessun altro avrebbe dovuto. Un copione maledettamente già visto, un finale scritto con il sangue di troppe donne.
La Scomparsa di Ilaria Sula e l’Orrore della Scoperta
Ilaria era scomparsa il 25 marzo. Nessun indizio, nessun segnale, fino a oggi. Stamattina il ritrovamento: una valigia abbandonata in una scarpata. Dentro, il suo corpo. Dentro quella valigia c’è tutta la disumanità di chi l’ha uccisa, tutto il disprezzo per la vita che certe persone considerano un loro possesso.
L’ex fidanzato ha confessato. L’ha accoltellata in casa sua, in via Homs, nel quartiere Africano di Roma. Poi, con una freddezza che lascia senza parole, ha nascosto il corpo in una valigia e l’ha gettato via. Come si getta via un oggetto rotto, un rifiuto, qualcosa che non serve più.
Una Storia Che Si Ripete, Una Rabbia Che Cresce
E io mi chiedo, con tutta la rabbia che ho dentro: quante altre? Quante altre donne dovranno morire perché qualcuno si decida a fare qualcosa di concreto? Quante volte dovremo scrivere articoli come questo, piangere ragazze come Ilaria, urlare la nostra indignazione per poi vedere tutto scivolare nell’oblio fino al prossimo femminicidio?
Le istituzioni si riempiono la bocca di parole, ma alla fine della giornata, Ilaria è morta. E con lei, decine di altre donne ogni anno, uccise dalla violenza maschile, dal possesso malato, dall’incapacità di accettare un rifiuto.
Basta, È Ora di Dire Basta, Nuovamente!
Non voglio più scrivere necrologi di giovani donne. Non voglio più sentire “era una brava ragazza”, “aveva tutta la vita davanti”, “è stata uccisa dall’ex”. Non voglio più vedere genitori distrutti, amici increduli, comunità in lutto.
Voglio giustizia, sì, ma soprattutto voglio prevenzione. Voglio che si insegnino ai ragazzi il rispetto e il valore della vita, voglio che le donne possano dire no senza rischiare la vita, voglio che la società smetta di normalizzare questi delitti, voglio che gli uomini, TUTTI gli uomini, prendano una posizione chiara e netta contro la violenza di genere.
Perché il problema non è delle donne. Il problema è di chi uccide. E finché non lo affronteremo per quello che è, continueremo a contare le vittime.
Riposa in pace, Ilaria. Scusaci se non siamo riusciti a proteggerti…
E scusateci tutti se, anche qui da MondoUomo.it e dalla sezione #StopFemminicidi, non riusciamo a dare il contributo che vorremmo…
Dott.ssa Carmen Esposito / General Manager MondoUomo.it