Le caselle email di Libero e Virgilio, portali che fanno parte di Italiaonline, sono ancora fuori uso da oltre 50 ore, con conseguenti proteste degli utenti, in particolare quelli che sono soliti utilizzare la e-mail per lavoro.
I tecnici del gruppo sono all’opera sin dall’apparizione del problema, senza però essere ancora riusciti a porre un argine allo stesso. Se in un primo momento è stata esclusa un’operazione di hacking, il fatto che si tratti di un “semplice” problema tecnico non ha confortato eccessivamente chi è danneggiato dal disservizio in corso.
La rabbia che sta montando sui social ha costretto l’azienda a rispondere su Twitter, affermando che i lavori per cercare di ripristinare il sistema proseguono senza sosta e che, comunque, non c’è da temere una perdita di dati. Una ben magra consolazione per chi è solito usare la posta elettronica per motivi lavorativi.
Email Libero e Virgilio ancora fuori uso, la protesta del Codacons circa le
Nella comunicazione postata sulla pagina ufficiale di Twitter, l’azienda ha ricordato che in 25 anni non si era mai verificato un problema di questo genere. Se c’erano state precedenti interruzioni, mai la loro durata si era protratta così a lungo.
Una spiegazione che comunque non è servita ad evitare la diffida ufficiale da parte del Codacons. L’associazione che difende i diritti dei consumatori, infatti, ha emesso il seguente comunicato: “Da domenica sera circa 9 milioni di utenti che hanno un indirizzo mail aperto con Libero e Virgilio non riescono ad accedere alla propria posta elettronica, leggere documenti, mail di lavoro e comunicazioni personal. Un blackout che rischia di avere ripercussioni pesantissime sugli utenti, generando oltre al danno morale anche ingenti danni materiali. Per tale motivo abbiamo deciso di inviare una formale diffida alla società Italia Online che gestisce i due servizi, chiedendo non solo di riattivare immediatamente la posta elettronica e risolvere i problemi tecnici, ma anche di disporre indennizzi diretti in favore di tutti gli utenti coinvolti nel disservizio”.
Non si esclude più un attacco di pirateria informatica
Come abbiamo ricordato all’inizio, in un primo momento le fonti interne all’azienda hanno escluso che possa trattarsi di un attacco da parte di hacker. Con il passare delle ore, però, questa certezza granitica è andata lentamente dissolvendosi. A dimostrarlo è il fatto che dal comunicato ufficiale rilasciato da Italiaonline è scomparso all’improvviso il paragrafo che “esclude categoricamente gli attacchi hacker”.
Alla luce del fatto che guasti di questo genere possono essere considerati periodici, durando però di solito alcune ore al massimo, proprio il protrarsi del problema ha rapidamente spinto molti utenti a concludere che dietro il blocco in atto potrebbe esserci in realtà un attacco di pirateria informatica.
In effetti, al momento sembra impossibile poter escludere qualsiasi ipotesi. L’unica certezza è che milioni di persone sono impossibilitate al momento a visionare le proprie comunicazioni di posta elettronica, un danno estremamente rilevante soprattutto per chi è solito fare della propria casella un vero e proprio strumento lavorativo.
Quanti sono gli utenti che ancora utilizzano i servizi di Italiaonline?
Per capire in maniera più esauriente la gravità di quanto sta accadendo, occorre ricordare che nel nostro Paese sono circa nove milioni coloro i quali sono soliti utilizzare Libero e Virgilio come servizio di posta elettronica. I numeri in questione sono desunti dal fatto che Libero, nel corso della celebrazione del suo ventennale, avvenuta due anni fa, aveva dichiarato di avere ancora 8,8 milioni di iscritti. Nel caso di Virgilio gli ultimi dati disponibili sono invece quelli che fanno riferimento ad un anno prima, quando il numero degli utenti si era attestato oltre quota dieci milioni di account. Un numero il quale rischia di essere letteralmente falcidiato dal blocco che sta interessando il sistema.
Update del 25/01_ore 15.
Al momento in cui vi scriviamo, il servizio risulta ancora offline. Questo è quanto risulta dall’accesso via Web alle caselle email.