Un viaggio nell’anima nascosta della terra dei Papi.

Fonte: retedimorestorichelazio.it
Civita di Bagnoregio: La Città che Sfida il Tempo.
Se Cervara è il regno dell’arte, Civita di Bagnoregio è il dominio della geologia e del tempo. Conosciuta come “La Città che muore”, questo appellativo non rende giustizia alla sua straordinaria vitalità. Certo, il tufo su cui sorge si sta lentamente sgretolando, in una lotta millenaria contro gli elementi, ma è proprio questa precarietà a renderla ancora più preziosa.
L’accesso al borgo attraverso lo stretto ponte pedonale è più di un semplice tragitto: è un rito di passaggio. Man mano che ci si avvicina, sospesi tra cielo e terra, si ha l’impressione di attraversare una soglia temporale. La Valle dei Calanchi che si apre sotto i nostri piedi è un paesaggio lunare, un monumento alla potenza erosiva del tempo e degli elementi.

Un Equilibrio Precario.
La fragilità di Civita non è solo geologica ma anche metaforica. In un’epoca di turismo di massa e di omologazione culturale, questo borgo rappresenta un esempio di resistenza, un luogo dove il tempo scorre ancora al ritmo lento dei passi sui ciottoli consumati e delle chiacchiere sussurrate nelle piazzette.
I negozietti che punteggiano i vicoli non sono le solite trappole per turisti, ma autentiche botteghe dove ancora sopravvive l’artigianato locale. Ogni scorcio, ogni vista sulla valle circostante racconta una storia di resilienza, di adattamento, di coesistenza tra l’uomo e la natura in un equilibrio tanto precario quanto affascinante.