Come se non bastasse il ciclone innescato dalle notizie relative a Silvergate, ad agitare ulteriormente le acque nel settore delle criptovalute è quanto sta accadendo intorno a Binance.
L’exchange di asset virtuali guidato da Changpeng Xhao, infatti, è stato messo sotto indagine da tre senatori degli Stati Uniti per una serie di violazioni molto gravi, a partire dal riciclaggio di denaro. Andiamo quindi a vedere più da vicino quanto sta accadendo per cercare di capire i motivi che sono alla base dell’indagine avviata e, soprattutto, cosa potrebbe accadere ora.
Binance indagato dal Senato USA per riciclaggio di denaro
Binance è sotto indagine da parte del Senato degli Stati Uniti. Ad annunciarlo è stata una lettera molto dura inviata dai senatori Elizabeth Warren (democratica del Massachusetts), Chris Van Hollen (democratico del Maryland) e Roger Marshall (repubblicano del Kansas) a Changpeng Zhao e a Binance USA.
Gli addebiti nei confronti dell’exchange crypto sono potenziale elusione di sanzioni, riciclaggio di denaro e trasmissione di denaro in assenza di una licenza per poterlo fare. In particolare, secondo la lettera recapitata agli interessati, Binance avrebbe facilitato le operazioni tese a sottrarre non meno di 10 miliardi di dollari alle autorità fiscali e alle sanzioni governative. Avrebbe poi eluso le direttive emanate dalle autorità di regolamentazione gestendo Binance US alla stregua di una vera e propria filiale, nonostante la casa madre non abbia una licenza per poter operare nel Paese. A dimostrarlo sarebbe il fatto che sulla base di documenti risalenti al 2019 la holding domiciliata presso le Isole Cayman detiene i wallet dei clienti di Binance US.
Altra accusa mossa nella comunicazione è quella di aver dato vita ad attività sospette che richiamano quelle che hanno caratterizzato FTX. In particolare, la società avrebbe trasferito 400 milioni di dollari dal conto di Binance US detenuto in Silvergate Bank a uno detenuto da una società di trading gestita da Changpeng Zhao.

Per quanto riguarda il riciclaggio di denaro, per favorirlo il suo CEO avrebbe imposto l’indebolimento sostanziale dei controlli, sino alla totale soppressione, come affermato da Reuters in un rapporto risalente allo scorso mese di gennaio. La politica in questione è stata portata avanti nel preciso intento di favorire clienti di sette Paesi, tra cui Ucraina e Russia. Una serie di attività tali da spingere i firmatari del documento a indicare il più grande scambio di criptovalute al mondo, con 120 milioni di clienti, alla stregua di un vero e proprio focolaio di attività finanziarie illegali.
Cosa accadrà ora
Dopo la ricezione della lettera, ora Binance è chiamato a dare una risposta entro e non oltre il 16 marzo sugli addebiti contestati. Dovrà inoltre:
- presentare i bilanci suoi e delle sussidiarie nel periodo intercorrente dal 2017 ad oggi;
- fornire tutti i dati relativi al numero di utenti presenti negli Stati Uniti nel corso di ogni trimestre fiscale tra il 2017 e ora;
- fornire tutti i documenti relativi ad un piano risalente al 2018, il quale prevedeva il varo di una società cui sarebbe spettato il compito di distrarre l’interesse delle autorità di regolamentazione statunitensi;
- fornire tutte le informazioni necessarie per quanto riguarda le politiche di contrasto al terrorismo e tutte le norme tese a evitare il riciclaggio (AML, Anti Money Laundering, e KYC, Know Your Customer) adottate dalla azienda madre e dalle sue sussidiarie;
- fornire tutte le delucidazioni sulle accuse mosse da Reuters nei confronti di Changpeng Zhao, ovvero di aver chiesto ai suoi dipendenti di attenuare o eliminare le politiche di antiriciclaggio;
- fornire un elenco di tutte le piattaforme operanti negli Stati Uniti che hanno utilizzato Binance per servizi di trading, prestito o di qualsiasi altro genere.
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