È molto più di un semplice vezzo estetico, di un “capriccio” dettato dal momento o dalla moda di turno, rappresentando invece quel “qualcosa” con cui ci si distingue, ci si “presenta” al mondo.
La barba è per l’uomo espressione di sé e della propria personalità, è quell’elemento caratterizzante che comunica il proprio modo d’essere ed il “messaggio” che si intende trasmettere.
Ciò non deve sorprendere, lasciando un po’ perplessi, se si considera che la barba ha sempre occupato un ruolo di tutto rispetto nella storia dell’umanità, profilandosi – di volta in volta – come simbolo di sapienza, mascolinità, ribellione o differenza sociale. E adeguandosi – per ciò stesso – ai cambiamenti della società e degli stili. Sino a diventare, nel contesto attuale, un tratto essenziale della cura personale maschile, e come tale giustamente valorizzata. Come pure tinta: per coprire i segni del tempo che passa – e dunque qualche pelo bianco o grigio che potrebbe “stridere” nell’insieme – ma anche per dare un twist diverso al proprio look, introducendo una nota di (maggiore) raffinatezza.
Proseguiamo allora nella lettura per sapere di più della tintura per la barba e dei criteri da seguire per la “migliore” scelta. Prima, però, partiamo con qualche nota storica, così da beneficiare di una panoramica completa di tutto ciò che “ruota” attorno alla barba e al suo “peso” nelle diverse epoche che si sono succedute.
Dalle origini ai giorni nostri: il “viaggio” della barba attraverso il tempo
Come or ora anticipato, ha avuto una funzione determinante nel corso della storia, “influenzandola” con la sua presenza: se infatti facciamo un tuffo indietro nel tempo, possiamo riscontrare diverse testimonianze della barba in numerose civiltà. A partire dall’Antico Egitto, che vede la barba come un elemento sacro, al periodo dei filosofi greci come Socrate, periodo nel quale la barba è emblema di saggezza e introspezione. Per poi “approdare” al Medioevo, epoca in cui essa incarna la forza del guerriero.
Nei secoli successivi si assiste a fasi – per così dire – alterne, in cui la barba assume o perde importanza in base al singolo e specifico “momento”. E con l’ingresso del XX secolo un cambio radicale nelle abitudini di cura del viso, con l’introduzione del rasoio elettrico, spinge sempre più in direzione di una rasatura che lascia il viso stesso pulito e rasato.
Ogni tendenza però, si sa, è ciclica, e come la moda strettamente legata all’abbigliamento, anche la barba conosce una stagione di rinascita, tornando nei tempi recenti prepotentemente in voga e (ri)prendendosi il suo posto.
Curata, nutrita e “coccolata”, la barba non si pone come un semplice tratto naturale della singola fisicità, bensì quale parte integrante dell’individuo, quale sua “estensione”. Come tale meritevole di ogni giusta e adeguata attenzione.
Ed è in questo contesto che entra in gioco la tintura per la barba, un prodotto sempre più diffuso tra chi oltre a prendersi cura e a modellare la propria barba, desidera anche… colorarla. Perché ha fatto capolino qualche pelo che ha perso la sua tonalità originaria, o, semplicemente, perché si vogliono sperimentare nuove espressioni di sé. Vediamo allora cosa c’è da sapere sull’argomento, così da partire… preparati.