La tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina ha raggiunto un nuovo apice dopo l’annuncio dell’amministrazione Trump di imporre dazi aggiuntivi del 34% sui prodotti cinesi; leggi l’articolo per conoscere la risposta di Pechino.
Pechino ha reagito con veemenza, promettendo contromisure incisive e portando la disputa davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Questo escalation segna un ulteriore deterioramento nelle relazioni tra le due maggiori economie mondiali, con potenziali ripercussioni significative sui mercati globali e sulle catene di approvvigionamento internazionali.
La Nuova Offensiva Tariffaria Americana
Il 3 aprile 2025, l’amministrazione Trump ha ufficializzato l’imposizione di nuovi dazi del 34% sui prodotti provenienti dalla Cina, un’azione che il presidente americano ha battezzato come “Liberation Day”. Questa mossa rappresenta un drammatico inasprimento della politica commerciale americana verso Pechino, dopo che nei mesi precedenti Trump aveva già imposto dazi progressivi che avevano raggiunto il 20%. Con questa nuova imposizione, il totale dei dazi americani sui prodotti cinesi si avvicina pericolosamente al 54%, non lontano dal 60% minacciato durante la campagna elettorale.
L’offensiva tariffaria americana non si è limitata alla Cina, ma ha colpito indiscriminatamente tutta l’Asia: 32% per Taiwan, 25% per la Corea del Sud, 24% per il Giappone e addirittura 46% per il Vietnam. Questa strategia sembra mirata a impedire alla Cina di aggirare i dazi attraverso la delocalizzazione della produzione nei paesi vicini, come avvenuto durante il primo round della guerra commerciale.
La Risposta di Pechino e il Ricorso al WTO
La reazione cinese non si è fatta attendere. Un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha appena dichiarato che l’imposizione di dazi da parte degli USA “viola gravemente le regole del WTO e mina il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole. Il rappresentante ha aggiunto che “la Cina si oppone fermamente alla mossa degli Stati Uniti e adotterà risolutamente delle contromisure per salvaguardare i propri interessi”.
Oltre alle dichiarazioni di condanna, Pechino ha già presentato un reclamo formale presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio. “Le misure fiscali unilaterali degli Stati Uniti violano gravemente le norme del WTO e minano le fondamenta della cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti”, ha dichiarato il ministero del Commercio cinese, aggiungendo che “la Cina, in conformità con le norme del WTO, salvaguarderà fermamente i suoi legittimi diritti e interessi e difenderà l’ordine economico e commerciale internazionale”.
Le Contromisure Cinesi e la Promessa di Combattere Fino alla Fine
La posizione cinese si è ulteriormente irrigidita con la promessa di una risposta proporzionata alle azioni americane. L’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha ribadito l’intenzione di Pechino di “combattere fino alla fine” contro i dazi americani. “Se gli Stati Uniti vogliono la guerra, che sia tariffaria, commerciale o di qualsiasi altro tipo, siamo pronti a combatterla fino alla fine”, ha dichiarato l’ambasciata su X, citando il ministero degli Esteri del Paese asiatico.
A queste dichiarazioni, si è aggiunta la reazione commerciale annunciata dal Ministro delle Finanze della Repubblica Popolare Cinese che ha preannunciato l’introduzione dal 10 aprile verranno imposte tariffe del 34% sulle merci importate dagli Stati Uniti che si vanno ad aggiungere a quelle già in essere.

Pechino aveva già reagito in passato imponendo dazi fino al 15% su un’ampia gamma di prodotti agricoli statunitensi, tra cui pollo, maiale, soia e manzo. Ha inoltre inserito aziende americane nella sua lista di entità inaffidabili, impedendo loro di compiere attività di import-export con il Paese e di effettuare nuovi investimenti. È probabile che la Cina risponderà con misure simili anche questa volta.
L’Impatto Economico della Guerra Commerciale
Le conseguenze economiche di questa escalation potrebbero essere significative per entrambe le parti, ma particolarmente gravi per l’economia cinese. Secondo le stime di Kaiyuan Securities, i nuovi dazi potrebbero ridurre le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti del 30%, tagliare le esportazioni complessive della Cina di oltre il 4,5% e ridurre dell’1,3% la crescita del prodotto interno lordo cinese per il 2025. Questi dati sono particolarmente preoccupanti per Pechino, la cui economia rimane fortemente dipendente dall’export, soprattutto in un momento di debolezza dei consumi interni.
1 commento
@follower Quali sono le vostre preoccupazioni da imprenditori e professionisti? Come pensate di reagire internamente la vostra azienda?