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Vini in Autunno, la Selezione di MondoUomo.it per Accompagnare le Bontà Culinarie.

Credits foto Pixabay

I vini sono i migliori compagni di cene e aperitivi; elementi di gusto che raccontano la storia e le caratteristiche di un territorio.

L’autunno è, infatti, la stagione del vino per eccellenza, un periodo in cui un buon calice accompagna le calde pietanze dei mesi autunnali.

Il cibo è in grado di donare sensazioni ed emozioni che arricchiscono le giornate. Prodotti gastronomici e gustose pietanze sono realizzate grazie alla maestria di chef e artigiani, i quali attraverso la loro arte trasformano le materie prime in elementi di gusto. La cucina non si limita al mondo dell’alta ristorazione, attraverso le mura domestiche raggiunge i fornelli, dove ciascuno si diletta per realizzare portate ricche di sapore. Sulle tavole degli italiani non può mai mancare una buona bottiglia di vino, la bibita alcolica che celebra l’eccellenza del Mady in Italy.

Il vino, la bevanda che esalta il gusto.

Che si tratti di un ristorante, di una trattoria o dell’accogliente cucina di casa su ogni tavola appare un calice di vino. La bevanda alcolica più amata dagli italiani accompagna le preparazioni di cuochi e dilettanti, per esaltarne il gusto.

Il vino è un prodotto di prestigio che racconta secoli di storia. Protagonista di vicende d’amore ed amicizia, ha dato forza ai soldati in guerra, sancendo vittorie e sconfitte. La bevanda derivata dall’uva è sempre stata al centro delle vicende umane, arrivando ad ispirare poeti, letterati, artisti. Uva, vigne e bottiglie di vino appaiono dipinte su quadri di pittori di grande fama, descritte nei versi dei maestri della parola, e poi ancora cantate nelle rime delle canzoni moderne.

Una storia che viene da lontano.

Nel momento in cui si beve un buon calice di vino viene da chiedersi quale sia la sua provenienza. Diversi miti e leggende ne rivendicano l’invenzione, corroborando una teoria piuttosto che un’altra. La tradizione ebraico-cristiana tramanda un mito secondo cui sarebbe stato Noé a piantare la prima vite dopo il Diluvio Universale, per poi berne il succo. Secondo i Greci, invece, il vero inventore del vino sarebbe stato Dionisio.

La storiografia, tuttavia, ci fornisce dettagli più attendibili che presentano una versione ben diversa dalle precedenti. La storia del vino viene da molto lontano, affondando le sue radici nella notte dei tempi. La coltivazione della vite ha avuto origine nel 6.000 a.C nell’antica regione del Caucaso. Un’invenzione avvenuta per caso, grazie alla manipolazione dei grappoli d’uva.

Documenti scritti confermano che Etruschi, Greci e Romani conoscevano la vite e si sarebbero occupati di perfezionare le tecniche di viticoltura. Presso le popolazioni greco-romane il vino assunse una connotazione sociale e religiosa notevole, diventando sinonimo di festa e piacere. I Greci prima e i Romani dopo sperimentarono la coltura delle viti in nuovi terreni fertili, fra cui l’Italia.

Nel periodo medievale la produzione si spostò nelle abbazie e nei monasteri, dove i monaci perfezionarono le tecniche di vinificazione. In questo periodo ebbe origine la conservazione del vino nelle botti, in modo da garantirne un buon invecchiamento. Nel Medioevo il vino iniziò a ricoprire anche una funzione religiosa, essendo associato al sangue di Cristo.

Vini d'Autunno, una Nostra Sselezione per Accompagnare le Bontà Culinarie
Credits foto Pixabay

Oggi, dopo secoli e secoli di storia e sperimentazioni, il vino esercita ancora un ruolo fondamentale all’interno della società. Un prodotto realizzato grazie all’abilità dei maestri viticoltori, i quali sono in grado di trasformare l’uva in una bevanda che accompagna i momenti più importanti della giornata. L’enologia integra tecniche all’avanguardia che garantiscono la buona riuscita del processo di vinificazione.

L’autunno, la stagione del vino.

Sebbene la cultura del vino sia diffusa in gran parte del mondo, l’Italia e la Francia sono conosciute come maestre della viticoltura. Due Paesi culturalmente differenti, uniti nella produzione del nettare degli uomini. Una lunga concorrenza, in cui ciascuna delle parti in causa sfodera la sua arma migliore.

L’autunno è la stagione in cui il vino assume una connotazione ancora più significativa. Le vendemmie trasformano l’uva in bevanda, mettendo in atto una festa che ha il sapore della tradizione. Quando si pensa ai profumi dell’autunno salta da subito alla mente l’odore del mosto che si diffonde nell’aria. Le tinte fosche delle giornate autunnali fanno sentire forte il desiderio di assaporare i migliori vitigni per accompagnarli alle bontà culinarie.

Vini d'Autunno, una Nostra Sselezione per Accompagnare le Bontà Culinarie
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In precedenza avevamo già parlato dei vini italiani, raccontandone la storia e presentando una piccola selezione dei migliori vitigni del Belpaese. Nei prossimi paragrafi sarà nostra cura mostrare una parte dei vini da assaporare nel corso di questi mesi autunnali.

Il Barolo: ideale con tartufo, carni e formaggi.

L’autunno porta con sé odori, colori e sapori che sanno di rinascita e cambiamento. Le giornate sono più brevi e le temperature iniziano a scendere, spingendo ad assaporare piatti più succulenti, a base delle materie prime che la natura offre, come la zucca, i funghi, il tartufo.

Un buon vino sarà il giusto completamento di una cena a base di carne di manzo. Per accompagnare le pietanze autunnali la scelta ricadrà su un vino corposo e dal sapore intenso. Il Barolo, vitigno piemontese, si presenta di colore rosso intenso; un’intensità che si conserva anche sul piano organolettico. Un sapore complesso, con note di fiori, frutta secca, liquirizia. Un vino speziato e fruttato perfetto anche per accordare dei gustosi aperitivi a base di formaggi stagionati. Considerato il periodo autunnale, il Barolo può rappresentare il contorno ideale ad un pasto a base di tartufo nero. Tagliolini al tartufo e un calice di Barolo allieteranno le serate autunnali, offrendo un’esplosione di gusto che coinvolge naso e papille gustative. La temperatura consigliata per la degustazione risulta essere di circa 18-20 gradi.

Il Pinot Nero: una nota di gusto su carni e cacciagione.

L’autunno è la stagione migliore per gustare la carne. Una pietanza dal sapore intenso, da esaltare con un vino corposo. Il Pinot Nero è un vitigno particolare, che ha bisogno di un terreno fertile per mostrare le sue caratteristiche migliori. La sua tradizione nasce in Borgogna, una delle aree di coltivazione più importanti del mondo enologico. Va ricordato che il Pinot viene coltivato anche in Italia, nello specifico in Trentino Alto Adige, nell’Oltrepò Pavese, in alcune zone del Friuli Venezia Giulia.

Dal colore rosso rubino, il Pinot Nero ha un profilo aromatico complesso che integra note di frutta, fiori, spezie. Una nota acidula lo rende il compagno perfetto per piatti a base di carne, in particolar modo la cacciagione. Le sue caratteristiche, tuttavia, lo rendono versatile permettendo l’accostamento anche a taglieri di salumi e formaggio. I suoi aromi ben si coniugano con il grana, il gorgonzola, il pecorino. Adatto anche con pietanze a base di funghi porcini, come risotti o pappardelle. Per captare gli aromi del Pinot Nero si suggerisce di assaggiarlo ad una temperatura di circa 16 gradi.

Vini d'Autunno, una Nostra Sselezione per Accompagnare le Bontà Culinarie
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L’Amarone della Valpolicella: un tocco amaro da associare ai piatti autunnali.

L’Amarone della Valpolicella è uno dei vini italiani più prestigiosi. La sua storia ci porta in Veneto, una regione in cui la tradizione vitivinicola è ben radicata. La produzione avviene sulle verdeggianti colline della Valpolicella, in provincia di Verona. L’Amarone è nato nel corso degli anni 30 del ‘900 per un errore di produzione, che gli ha conferito il gusto particolarmente amaro.

Alla vista si presenta con un colore rosso granato, all’olfatto penetra per le note di amarena, vaniglia, spezie e cacao. Il suo sapore è pastoso e morbido, rendendo gradevole l’accostamento a bontà culinarie ricche di sapore. Questo vino può diventare anche un valido ingrediente per realizzare un risotto proprio a base di Amarone. Consigliabile su pietanze a base di selvaggina come il ragù di anatra. Considerato il sapore particolarmente amore, l’Amarone della Valpolicella si presta ad un accostamento particolare che lo vede insieme al cioccolato fondente. Le note amarognole bilanciano la dolcezza del cioccolato, offrendo un’esperienza organolettica unica.

L’Aglianico: il gran vino del Sud Italia, adatto su carne alla griglia e arrosto.

La tradizione vitivinicola è ben presente anche sul territorio del Sud, in particolar modo in Campania. Sulle colline campane viene realizzato l’Aglianico, uno dei vini più nobili del Paese. La sua storia nasce nell’Antica Grecia, tanto da essere conosciuto anche come “Ellenico”.

L’Aglianico si sviluppa in un territorio vulcanico, le caratteristiche del territorio gli conferiscono un sapore particolare che risente della presenza dei minerali. Sul piano olfattivo diffonde un’essenza fruttata, floreale e speziata. Al naso sono percepibili aromi di frutti di bosco, viole, cannella e chiodi di garofano. Al palato si presenta corposo e con un retrogusto acidulo.

Il più pregiato dei vini campani può completare un banchetto autunnale, con pietanze dai sapori caldi e gustosi. Una bevanda che si lega a carni all’arrosto o alla griglia, ma anche a formaggi freschi, oltre che stagionati. L’Aglianico va servito ad una temperatura che si stabilizza intorno ai 20 gradi.

Vini d'Autunno, una Nostra Sselezione per Accompagnare le Bontà Culinarie
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L’Aglianico del Volture: il diamante rosso della Basilicata.

L’Aglianico non è prodotto solo in Campania, ma anche in Basilicata, una regione dalle grandi bellezze paesaggistiche. Questo vino così nobile nasce proprio sulle pendici del Monte Volture, in provincia di Potenza. Si tratta di una zona vulcanica, in cui spicca la presenza di un vulcano spento, circondato da boschi e laghi. Dalle uve rosse delle vigne coltivate in questa zona nasce un vino di grande struttura e prestigio. L’Aglianico ha trovato il suo habitat naturale proprio sui terreni resi da un vulcano spento da millenni.

Un vino corposo, dal sapore asciutto che presenta al gusto note di frutta secca, tabacco e spezie. Un calice di Aglianico del Volture può deliziare anche i palati più esigenti, accostandosi a piatti della tradizione culinaria lucana. La sua struttura è adatta ad insaporire ulteriormente bontà come il caciocavallo lucano e la scamorza.

Il Chianti: un tono di freschezza per accompagnare le bontà toscane.

Nella terra della grande bellezza italiana si estende la zona del Chianti. Un luogo in cui la tradizione vitivinicola fa parte del territorio, dando vita ad un vino di grande prestigio. Per descrivere il Chianti si deve partire dal colore: un rosso intenso, tendente al granato. La caratterizzazione di questo vino passa poi attraverso le proprietà organolettiche, in grado di stupire. Un Chianti inebria con profumi fruttati, floreali e legnosi che spaziano dalla viola alle amarene, sino a toccare il pepe. Un vino in cui la freschezza risulta essere il tratto distintivo.

Il Chianti è uno dei più importanti vini toscani, e proprio per questo motivo si sposa bene con le pietanze tipiche del territorio. Arricchisce un tagliere di salumi toscani, le lasagne, le lenticchie in umido toscane. Un vino che riesce a dare un ulteriore tocco di sapore e classe alle bontà culinarie del territorio. Va gustato ad una temperatura che si aggira sui 16 gradi, inoltre richiede di essere stappato almeno due ore prima dalla degustazione.

Il vino è una bevanda che ricopre una funzione sociale, accompagnando banchetti, serate con amici, cene romantiche, aperitivi, spuntini. Un prodotto che celebra il valore di un territorio, realizzato con fatica, cura, passione. Un amore che parte dalla vigna, da ogni chicco d’uva e, che attraverso tecniche di vinificazione complesse, arriva nelle bottiglie per donare ai consumatori esperienze di gusto e attimi di piccola felicità.

5 Comments Lascia un commento

  1. In realtà l’aglianico è un vino della Basilicata e il monte Vulture si trova in Basilicata. Pur essendo coltivato anche in Campania, se parliamo di Aglianico del Vulture parliamo di Lucania e mi dispiace non venga menzionata

  2. Graziano Ferrara buongiorno Graziano. Hai perfettamente ragione. Tra l’altro ottimo su un piatto di orecchiette con peperoni cruschi. Sarà nostra cura integrare un paragrafo in tal senso, abbiamo già avvisato la nostra Editor.

  3. Graziano Ferrara Caro Graziano, una promessa è una promessa. Partendo dalla tua giusta osservazione, in Redazione abbiamo inserito una piccola integrazione sull’Aglianico del Vulture. Continua a seguirci con la stessa attenzione !!!

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