A Milano, in Piazza Sigmund Freud, alle Vetrine di ARTEPASSANTE, il 4 Maggio si inaugura alle ore 18.30 la mostra Figurazione MilanoZurigo.
Si tratta di diciassette artisti contemporanei che esporranno le loro opere presso le vetrine del passante ferroviario di Milano Porta Garibaldi.
Si tratta di Piermario Dorigatti, Corinne Güdemann, Anna Krammig, Rosina Kuhn, Paola Laterza, Adriano Moneghetti, Francesca Vitali Boldini, Pat Noser, Piero 1/2 Botta, Andrea Pfister, Leo Ragno, Ercan Richter, Giampaolo Russo, Natalia Shchedrova, Filippo Robboni, Alex Zwalen, Carmelo Violi e saranno visibili al pubblico fino al 15 giugno negli orari di apertura della stazione ferroviaria.
Raggiungiamo in esclusiva per Moltouomo.it uno dei curatori, Carmelo Violi, per approfondire con lui il tema della mostra. Una esposizione, costituita da lavori site-specific e alcune opere mai esposte in Italia finora, che si apre ad un dialogo tra arte e pubblico, viaggiatori, pendolari e cittadini milanesi e pone le basi per un confronto con istituzioni artistiche e addetti del settore.
Come nasce questa interessante collaborazione con le FFSS e con la Regione Lombardia?
Nasce da una lunga attività avviata dall’Associazione Le Belle Arti e dalla Fondazione Artepassante che da tempo ha intrapreso questa sfida ambiziosa, sotto Milano, nel Passante ferroviario, c’erano 23 luoghi abbandonati e degradati che oggi sono spazi vivi di attività culturali e sociali. Nel corso degli anni i soggetti coinvolti con la preziosa collaborazione di artisti e società civile hanno accettato questa difficile sfida coscienti dell’importanza di portare la cultura, nelle sue più diverse forme, a un pubblico nuovo e diverso da quello che abitualmente frequenta i luoghi “istituzionali” preposti alla fruizione della cultura.
Zurigo e Milano come si possono descrivere queste due città artisticamente?
Oggi Milano è la capitale della moda e del design, è una città aperta al mondo e sempre più proiettata verso il futuro ma con ancora troppe contraddizioni. Per quanto riguarda il sistema dell’arte è una città che ha un po’ perso l’importanza e la vitalità degli anni Sessanta, periodo fiorente in cui vennero aperte moltissime gallerie. A partire dagli anni Novanta, in risposta alla chiusura di molte gallerie, si comincia ad osservare un fenomeno particolarmente interessante, gli artisti iniziano ad inventare nuovi spazi alternativi per promuovere la loro arte, per dar spazio a nuove idee. Si fondano nuovi gruppi e collettivi, iniziano a determinarsi quelle sinergie tra artisti che producono comunque fermento culturale e nuove invenzioni. Inizia a diffondersi con un certo ritardo rispetto ad altre capitali, il fenomeno della street art e del muralismo che oggi ritroviamo molto vivo, soprattutto nelle periferie. Capita spesso che grazie all’intraprendenza degli artisti, l’arte entri in scena nei luoghi più imprevedibili colmando quel vuoto di contenuti che a volte contraddistingue i grandi eventi nella capitale del lusso.
Nonostante tutto, Milano è la città dove le energie si incontrano, le cose accadono e comunque c’è sempre un fermento una reazione ai malesseri esistenziali che trovano sfogo nell’arte, dove comunque approda sempre gente nuova, nuovi giovani che cercano opportunità di esprimersi e venire fuori. Milano in rapporto alla Milano futurista dei primi del 900 non è comunque cambiata, non è cambiato quello spirito dove il dinamismo dava forma ad un osservatorio sulle nuove tendenze e su tutto ciò che poteva essere avanguardia. Avanguardia che accomuna con altre forme ed altre idee, la città di Zurigo, legata indissolubilmente a quel dadaismo di Tristan Tzara. Ancora oggi la Svizzera è un po’ legata alle sperimentazioni del merzbau di Kurt Schwitters che è una delle opere dadaiste che ha influenzato l’arte del ventesimo secolo essendo in parte antesignana dell’arte ambientale.
Zurigo presenta innumerevoli gallerie e istituzioni di rilievo. Negli tra gli anni ‘40 e gli anni ‘60 del `900 la capitale svizzera è dominata dai concretisti zurighesi che con la loro pittura astratta (Max Bill in primis) hanno creato le basi per la grafica contemporanea, esportata anche a Milano negli anni `50 (se si pensi ad esempio alla scritta della “Rinascente”).
Nella città del riformatore Zwingli la pittura figurativa é stata quindi soppiantata da movimenti più concettuali che hanno dato molti frutti nelle arti applicate, come la grafica o la fotografia, lasciando alla pittura figurativa un ruolo marginale.
Questo é anche dovuto all‘ assenza di un‘ Accademia di Belle Arti e alla presenza di Istituti di Arti Applicate (Kunstgewerbeschule).
Negli ultimi anni, sempre a Zurigo, é stato creato il SALONE DEL CONTEMPORANEO, SALON DER GEGENWART, https://www.salon-der-gegenwart.com/, fondato da Giampaolo Russo nel 2014, per creare una reazione ai concettualismi estremi di Zurigo e per promuovere, animare e creare un confronto tra pittrici e pittori figurativi attraverso esposizioni d’arte. Gli artisti che hanno esposto sono stati più di cento finora e le esposizioni hanno avuto luogo inizialmente in spazi più alternativi, poi in istituzioni svizzere ufficiali e di rilievo, quali il Museo Villa Flora di Winterthur, il Museo Helmhaus di Zurigo, il Museo di Belle Arti di Zofingen e il centro per l’arte contemporanea Oxyd di Winterthur.
In generale Zurigo e la Svizzera degli ultimi 40 anni si sono trasformati in un luogo di fermento e confronto per l’arte e per gli artisti contemporanei.
Il treno, il viaggio, l’arte… Come si legano tra loro?
Dal suo ingresso nella storia, il treno è entrato nella pittura. Alcuni pittori, come Monet e Boccioni, si sono concentrati sulle stazioni, luoghi di passaggio che incarnano l’idea del viaggio da un luogo quotidiano ad uno che non si conosce veramente e proprio per questo sono dense di emozioni per chi parte e per chi resta. Ora noi interveniamo su una stazione nel centro di Milano, percorsa da migliaia di persone per i motivi più diversi, dal lavoro allo studio al turismo, cercando di modificare la loro routine: il percorso cambia luce, colori, scala dimensionale, diventa occasione per riflettere, ricordare, (ri)scoprire i propri pensieri e il proprio corpo, rallentando, sostando, al di fuori della fretta dettata dagli orari dei treni.
L’artista è a suo modo un viaggiatore, solo che percorre una strada non segnata dal solco dei binari e non sempre conosce la destinazione. Il suo è un viaggio più lento di quello in treno, fatto di tentativi ed errori, ripensamenti, improvvisi balzi in avanti, guizzi e scoperte, ma è comunque un viaggio, che coinvolge tutti i sensi come i viaggi reali e, quindi, trasforma.
L’arte contemporanea e un pubblico in viaggio. La mostra come viene ‘assaporata’ dagli utenti?
Le opere in mostra sono collocate all’interno di vetrine simili a grandi teche illuminate da luce indiretta, ogni vetrina espositiva presenta le dimensioni di quattro metri e mezzo di larghezza per due metri di altezza, ad ogni artista è stata assegnata una vetrina per introdurre opere site specific. Le vetrine di Artepassante si dispongono una accanto all’altra separate mediamente da venti passi, esse si collocano in una vastissima area di passaggio dove si spostano molte migliaia di persone ogni giorno ed è immediato l’impatto visivo che ne deriva. Si tratta a tutti gli effetti di un progetto d’arte pubblica e molte persone rimangono sorprese dalla vastità di proposte artistiche, ma la cosa più interessante è che c’è molto interesse nei confronti della pittura e dell’incisione, molto più di quanto si possa immaginare, anche tra i non addetti ai lavori. Le persone apprezzano moltissimo questo tipo di iniziative, non sono spettatori passivi, spesso lasciano messaggi tramite il loro cellulare attraverso un codice QR indirizzato agli autori delle opere. Le persone assaporano l’arte dimenticando per un istante gli impegni quotidiani nella routine cittadina, a volte fanno anche qualche fotografia da tenere in memoria nei propri cellulari o da condividere con i propri contatti e si soffermano su particolari frammenti di immagine. L’esposizione è aperta anche agli addetti ai lavori e agli appassionati d’arte, sono loro che spesso animano le giornate inaugurali di ogni mostra a loro va riconosciuto l’impegno di promuovere e ricostruire una storia della pittura contemporanea.
Ci sono degli artisti in mostra su cui soffermarsi in particolare?
All’esposizione sono presenti pittori e pittrici di differenti generazioni, dalla generazione anni Quaranta del ventesimo secolo a quella degli anni Novanta, sono tutti interpreti della figurazione ancora molto attivi tra Milano e Zurigo. Gli artisti che espongono dall’Italia appartengono al contesto braidense, si sono tutti formati in anni differenti presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e alcuni di loro sono docenti. Gli artisti di Zurigo appartengono anch’essi a varie generazioni, sono molto attivi tra la Svizzera e la Germania hanno ognuno una propria connotazione stilistica. Attraverso audaci e accurate composizioni, essi esplorano i legami imprevedibili che si creano tra visione, desiderio, memoria e rappresentazione. La scelta di utilizzare medium manuali, imperfetti, persino lenti per affrontare l’ineffabilità della realtà, riuscendo tuttavia a muovere lo spettatore contemporaneo, solleva nuovi interrogativi riguardo al futuro del disegno e della pittura. Sono tutti pittori che hanno maturato esperienze importanti nel panorama artistico contemporaneo e le loro opere meritano tutte una certa attenzione.
Ripeterete questa mostra speciale anche in altre città italiane?
Questa mostra, promossa dall’artista e docente di Brera Renato Galbusera e curata da Carmelo Violi in collaborazione con la fondazione Artepassante, è un approdo temporaneo per una nuova ripartenza. L’esposizione è il risultato di un percorso di collaborazioni sviluppatosi negli ultimi trent’anni e include nuovi artisti di Milano e Zurigo. Le principali tappe del nostro viaggio sono state le mostre curate da Giampaolo Russo presso il centro culturale Alte Kaserne di Winterthur nel 2003, la mostra presso la Galleria Station21 di Zurigo del 2005. Successivamente, c’è stata una esposizione presso il Max Museo di Chiasso del 2016 e quella allestita presso lo Spazio Natta di Como.
Non sono al momento previste nuove tappe, ma questa mostra a Milano nasce con l’intento di costruire un percorso itinerante con nuove idee per nuovi luoghi da sottoporre all’attenzione di istituzioni culturali, musei e gallerie.
Cenni biografici dei curatori di FIGURAZIONE MILANOZURIGO: Renato Galbusera e Carmelo Violi.
Renato Galbusera (Milano, 1950) si diploma al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove è stato titolare della cattedra di Pittura. Dalla fine degli anni ’70 è promotore di iniziative culturali, tra le quali tutte le edizioni di Venature, Naturarte, Europe art and languages, Arte nello spazio pubblico. Tiene mostre personali ed è invitato a rassegne nazionali ed internazionali. Dal 1983 espone con Pino Di Gennaro, Maria Jannelli, Antonio Miano e Claudio Zanini con la denominazione di 5 artisti a Milano. Dal 2011 lavora nel laboratorio di Arti visive nella Seconda Casa di Reclusione di Milano Bollate. Ha sviluppato una particolare attenzione per il rapporto tra arte visiva e architettura. Vive e lavora a Milano.
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Carmelo Violi nasce a Reggio Calabria nel 1979. Frequenta gli studi artistici presso il Liceo Artistico di Brera (Milano) e il corso di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel 2010 è socio fondatore del Nuovo Liceo Artistico NLA di Via Venini a Milano.
Attualmente svolge l’attività artistica ed è docente di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico di Brera. Ha partecipato a mostre e concorsi in Italia e all’estero e ha fatto parte del collettivo artistico Figurazione Indipendente.