Si presenta ufficialmente oggi, a Catania, il Master in Social Media Manager “a misura di imprenditore” : una spinta alla formazione degli SMM impressa da Confindustria etnea in sinergia con Etna Digital Academy, accademia certificata e polo universitario, i cui corsi sono certificati dal MIUR.
In collaborazione con Dario Raffaele

Nel settore del Digitale non sono le opportunità, a mancare, bensì le competenze.
Lo certifica, nero su bianco, l’ultimo bollettino di Unioncamere e l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Ampal, ndr): tra aprile e giugno si prevedono 1,5 milioni di assunzioni in Italia.
Un dato decisamente incoraggiante, se non fosse per la difficoltà di reperimento delle risorse: nel 45,2% dei casi gli imprenditori non trovano le professionalità richieste. E, tra queste, ci sono due professioni in grande crescita: il Social media manager e il Digital marketing manager.
Nel 53% dei casi gli imprenditori hanno difficoltà a reperire un social media manager qualificato.
Per tentare, quindi, di sanare il gap tra domanda ed offerta, nasce il Master in Social Media marketing dell’Etna Digital Academy, accademia certificata e polo universitario, i cui corsi sono certificati dal Miur. Martedì 18 aprile, alle ore 18, si terrà presso la sede dell’EDA, in via Santa Maddalena n. 59 a Catania, la presentazione dei Master estivi per formare Social media manager e Digital marketing manager. La presentazione è aperta a tutti.
L’iniziativa di Confindustria Catania – quella di costruirsi “in casa” i professionisti di cui c’è bisogno – nasce da un sondaggio effettuato tra gli associati, nel novembre scorso, per comprendere quali fossero le esigenze formative, nel digitale, degli imprenditori catanesi.
“Emerge sempre più la consapevolezza tra le imprese della necessità di dotarsi di competenze qualificate per la gestione delle professioni digitali. – precisa Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania – Sappiamo che, oggi, il 72 per cento delle aziende in Italia possiede un account social e, nell’ambito del nostro sondaggio, abbiamo potuto riscontrare grande interesse per la figura del Social media manager. Investire in questa direzione è un modo per aumentare la propria competitività ed essere più appetibili sul mercato. Oggi più che mai si tratta di una strada obbligata. L’evoluzione delle tecnologie è rapidissima, restare indietro significa soccombere. La parola d’ordine deve essere quindi formazione. Anche dal Pnrr può venire un nuovo slancio. Uno dei suoi obiettivi è proprio lo sviluppo di competenze digitali considerate, ormai, essenziali per cogliere le opportunità dell’innovazione tecnologica e potenziare la crescita economica”.
Smm e Dmm: esigenze imprescindibili, in teoria. In pratica però, ci si affida al parente o all’amico.
Secondo l’ultimo rapporto Istat “Ict (Information and Communication Technology, ndr) nelle imprese 2021”, solo il 27% delle imprese con più di dieci dipendenti utilizza due social media per il proprio business. E se il 56% ne utilizza almeno uno, la matematica sancisce che quasi un’impresa su tre è completamente fuori dai Social.
Troppe volte gli imprenditori hanno sottovalutato le figure professionali esperte nel digitale, finendo per affidarsi alle proprie conoscenze personali – spesso parenti o amici – che però, altrettanto spesso, si sono rivelate figure improvvisate e totalmente impreparate a dare slancio ad un’attività attraverso l’utilizzo dei Social media.
Perché non basta avere un profilo Instagram o Tik Tok oppure 3000 “amici” su Facebook, per definirsi un esperto ed essere in grado di asservire questi strumenti all’obiettivo finale di un’azienda, ovvero lo sviluppo del proprio business.
La conclusione logica è, quindi, di affidarsi a degli autentici professionisti del Social Media Marketing, che siano realmente in grado di migliorare la visibilità del brand, rispondere a richieste che riguardano l’offerta, promuovere nuovi prodotti e servizi in modo rapido, indirizzare le decisioni d’acquisto con un budget, tutto sommato, contenuto. Peccato che gli SMM (Social Media Manager) e i DMM (Digital Media Manager) con le qualifiche professionali necessarie scarseggino e, quindi, è più che mai necessario investire in formazione.
“Dai dati emersi dal sondaggio mi ha stupito l’interesse per i Social degli imprenditori – sottolinea Mirko Domanti, uno dei due fondatori, insieme a Davide Faranda, di Etna Digital Academy – Nel sondaggio erano presi in considerazione diversi argomenti: dalla Seo a Google Ads sino alla gestione dell’e-commerce, ma l’80% dei rispondenti ha mostrato particolare interesse per gli argomenti relativi alla gestione dei contenuti, alla grafica e alle Ads, quindi alla quotidianità che un imprenditore deve affrontare per farsi conoscere sulle piattaforme social. Il master a loro dedicato rispecchierà l’indole dell’EDA, vale a dire poca teoria e molta pratica. – conclude Domanti – Faremo lavorare gli imprenditori direttamente sul loro brand, non faremo simulazioni ma andremo ad approfondire problematiche ed esigenze reali che emergono quotidianamente nell’attività di impresa”.
“Il social media manager – fa eco Maria Elena Oddo, presidente dei Giovani Imprenditori di Sicindustria Palermo – è una professione complessa e sfaccettata, diventata un must per entrare nel mercato. Secondo recenti statistiche, oltre 41 milioni di italiani utilizzano i social media: tra Facebook, Instagram, Youtube, Pinterest, TikTok e Linkedin, gli utenti sono online per almeno due ore al giorno. È per questo che una figura competente, capace di muovere i fili di tutte le azioni del marketing e della comunicazione, rappresenta un tassello fondamentale per la crescita aziendale e per lo sviluppo e il consolidamento dei brand. Purtroppo ancora ci sono imprese che preferiscono la strada del ‘fai da te’ piuttosto che affidarsi a professionisti del settore e questa è una scelta che non premia in termini di risultati”.
Ed ecco come si arriva alla nascita, in terra di Sicilia, di questo Master. Una messe di giovani con competenze limitate in un territorio che, attraverso il web può, superare quei gap infrastrutturali i quali, fino all’avvento del digitale, hanno reso estremamente periglioso la vita delle imprese. Ora, che l’IT ha fatto il “lavoro sporco” e creato veri e propri mercati che prima non esistevano, ci vogliono professionisti in grado di controllare, migliorare e finalizzare gli sforzi.
Il web e la rivoluzione digitale hanno prima modificato ed imposto, poi, linguaggi, comportamenti e tendenze che vanno governate e, per farlo, sono necessarie conoscenza, competenza e desiderio di migliorare. E questo vale tanto per le imprese quanto per i professionisti.
Dario Raffaele
Isabella Righetti