La nuova serie di Netflix, diretta da Ivan Cotroneo, porta in scena l’universo delle donne AMAB, fatto di difficoltà ma anche della bellezza di vivere finalmente la propria vita.
“La vita che volevi” è il racconto di una donna realizzata e serena, con un lavoro stabile e un amore passionale, che ben presto sarà costretta a fare i conti con un passato doloroso.
Scritta e diretta da Ivan Cotroneo, in collaborazione con Monica Rametta, “La vita che volevi” ha debuttato su Netflix a partire dal 29 maggio. Sei episodi che presentano un personaggio nuovo, narrando la realtà transgender in modo differente. Vittoria Schisano da corpo e voce a Gloria, una donna che ha finalmente trovato la sua dimensione a Lecce, splendida cittadina in cui vive da qualche anno.
Storica dell’arte appassionata, gestisce una rinomata agenzia turistica, sentendosi molto affermata nell’ambito professionale. Gloria ha una bella casa, ha un amore passionale con Ernesto, e sta vivendo finalmente la vita che voleva. Un’esistenza semplice, fatta di piccole cose, ma magnifica, perché finalmente può essere la donna che ha sempre desiderato. La protagonista della serie è nata intrappolata in un corpo da uomo, nella quale non si è mai riconosciuta, avendo un animo femminile.
Ha combattuto per trovare la sua dimensione, ed essere sé stessa, decidendo di affrontare la transizione per diventare una donna.
Nel suo presente perfetto e magnifico irrompe Marina (Pina Turco), una donna dalla vita scombussolata, incinta e già madre di due figli, un adolescente e una bambina di circa otto anni. Marina è una vecchia conoscenza della protagonista, ma rappresenta un doloroso ricordo. Il loro legame risale a circa quindici anni prima, ai tempi dell’Università a Napoli, quando Gloria era ancora un giovane uomo di nome Alessandro Priori.
Il rapporto di profonda amicizia ed affetto si è incrinato anni prima, quando Marina è scomparsa nel nulla, lasciando la sua amica sola proprio nel momento della transizione. La protagonista si mostra diffidente nei confronti della vecchia amica, servandole non poco rancore. Vinte le iniziali reticenze decide di ospitarla con i suoi figli nella sua casa, aprendo il suo cuore a quella parte di passato che avrebbe voluto cancellare.
Una rivelazione che offre una nuova vita alla protagonista.
Gloria sembra avere una vita completa, nella quale non manca nulla, nemmeno il ricordo delle difficoltà attraversate per essere la donna che è oggi. Nella sua vita da professionista affermata e sicura di sé giunge la storica amica del cuore, un personaggio circondato di segreti, bugie e problemi. Tre figli da tre padri diversi, e una rivelazione pronta a sconvolgere la tranquilla esistenza della protagonista.
Marina è andata a Lecce dalla sua ex coinquilina per rivelarle di essere il padre di Andrea, il suo primo figlio, concepito quando era ancora un uomo. Gloria si troverà a vivere una paternità non voluta, non richiesta e della quale ignorava l’esistenza. Una rivelazione che la costringerà a fare i conti con il suo passato, e vivere il futuro con una nuova consapevolezza.
Nel corso della narrazione entrerà in scena Sergio( Giuseppe Zeno), magistrato rigido e malinconico, nonché padre della secondogenita di Marina, il quale, almeno inizialmente, avrà non poca diffidenza verso Gloria. C’è poi il villain della storia: Pietro (Alessio Lapice), il padre del nascituro, dalla condotta poco limpida e l’indole pericolosa. Sarà compito della protagonista ascoltare la sua vecchia amica, proteggendo la sua ormai nuova famiglia dalla minaccia di Pietro.
Il racconto di una donna transgender lontano dagli stereotipi.
La trama di “La vita che volevi” parte dal presente di Gloria, segnato da una stabilità emotiva ed economica che ne fanno una donna transgender fuori dagli stereotipi. Non la classica prostituta o il personaggio ai limiti della società; ma una professionista affermata, con tanti amici e un prete confidente sempre pronto ad ascoltarla ed indirizzarla.
Gloria è un personaggio autentico, con contraddizioni e sfumature che la rendono una donna vera, ben oltre l’identità di genere. Il suo non è solo un percorso di transizione, ma anche di affermazione per diventare la persona che vuole.
Una trama che mescola il racconto dell’universo transgender ai piccoli intrighi e drammi familiari.
La trama regge intorno al personaggio di Gloria, con il suo vissuto, i suoi punti di forza e le sue debolezze. La storyline dei sei episodi è costruita sul family drama, con tocco di intrigo, rappresentato da Pietro, il personaggio di Alessio Lapice. Il giovane padre del terzo bambino di Marina è pericoloso, ma è un cattivo quasi per caso. I suoi gesti, tuttavia, spingeranno la protagonista a fare delle scelte importanti, movimentando la trama.
Vittoria Schisano felice ed orgogliosa di questo ruolo.
Classe 1977, Vittoria Schisano nasce con il nome di Giuseppe, comprendendo ben presto di sentirsi ingabbiata in un corpo ed identità che non sente suoi. Nel 2011 decide di intraprendere il percorso di transizione a Barcellona che le consente di diventare ciò che sente di essere. Si afferma come attrice, interpretando diversi ruoli in fiction e soap targate Rai.
Nella sua vita, c’è spazio anche per la scrittura: nel 2017 pubblica un libro, dal titolo “La Vittoria che nessuno conosce”. Con la chiamata di Ivan Cotroneo, nel ruolo da protagonista di “La vita che volevi”, Schisano ha realizzato il suo sogno di interpretare una donna AMAB con una vita comune. Il personaggio di Gloria non è solo la donna bella e ben vestita nata uomo, ma una donna vera e semplice che, come molte altre lavora, va a fare la spesa, ama il suo compagno.
Napoli e Lecce le altre protagoniste di “La vita che volevi”.
La narrazione della serie è incentrata fra il presente a Lecce, ed il passato a Napoli. Fra i due archi temporali vi intercorrono circa quindici anni, mostrando le differenze delle due epoche. Lecce è la città dell’affermazione di Gloria, della sua vita felice e del suo futuro. Napoli compare nei flashback del passato, nei ricordi gioiosi ma anche dolorosi della protagonista.
Due città magnifiche, intrise d’arte e cultura, che non sono solo le location dei sei episodi, ma una sorta di protagoniste, insieme a Gloria. La regia presenta una Napoli vitale, sempre in movimento, eppure ancorata ad un passato millenario, attraverso i suoi palazzi storici e i tanti monumenti. Lecce, pullula di luce, con la sua architettura bianca e le ampie piazze.
“La vita che volevi” è una miniserie da scoprire, che si è posta l’onere di raccontare una realtà ancora troppo ignorata e sottovalutata nel nostro Paese. La trama potrebbe non colpire particolarmente il pubblico, ma l’intero prodotto – complice la bravura del cast – merita di essere seguito.