Orologi di lusso usati: il mercato supera quello dei nuovi
Non è più solo moda e, forse, non è ancora arte ma, di certo, sono un investimento. Anzi, sono l’essenza del pleasure asset, soprattutto per quanto attiene agli orologi di lusso usati che, nel 2021 ha assorbito ben un terzo dei 75 miliardi di dollari che compongono il mercato totale. E ha battuto anche lo S&P.
Il mercato degli orologi luxury second hand, infatti, segna un +27%, superando di parecchio il volume di crescita rappresentato dai modelli nuovi.
Lo studio di BCG e WatchBox
I dati emergono dallo studio di Boston Consulting Group (BCG) e Watch Box, piattaforma d’acquisto di orologi di lusso usati da collezione. Vi si legge chiaramente che, sempre nell’anno 2021, questo asset è arrivato a toccare i 22 miliardi di dollari in vendite ed ha mantenuto la tendenza a salire anche per tutto il periodo successivo. Peccato, però, che il report non si sia pronunciato sulle performance degli orologi di lusso usati anche nel 2022: di sicuro avremo letto cifre davvero interessanti.
Un boom che sottolinea come sia ormai radicata la tendenza a considerare gli orologi di lusso come degli investimenti alternativi. Procedura, questa, già ben conosciuta anche dalla malavita che, spesso, usa proprio mettere al sicuro i quattrini “sporchi” acquistando orologi preziosi: al momento di scappare, si infilano al braccio ed è come camminare con un assegno circolare in tasca.
Si punta su Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet. Ma reggono anche gli indipendenti.
Quindi non bisogna stupirsi se anche i quattrini di provenienza lecita finiscono per pagare Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet, soprattutto se di seconda mano. Ma, tra i pleasure asset sono presi di mira anche marchi indipendenti com F.P, Journe e De Bethune che, si presume, continueranno ad aumentare, con il tempo, il proprio valore.
Tendenza confermata proprio dal report BGC e WatchBox, dal titolo “Luxury Preowned Watches, Your Time Has Come”: i segnatempo usati hanno registrato eccellenti performance battendo, soprattutto nel lungo periodo, categorie di investimento più tradizionali.
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Lo spiega chiaramente Filippo Bianchi, Managing Director e Partner di BCG: “Nonostante le più ampie flessioni dei mercati, osservate durante la pandemia, un portafoglio di investimento (o un caveau!) composto da Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet, ha visto il proprio valore crescere del 20% annuo fra il 2018 e il 2022, rispetto a un tasso annuo dell’8% per l’indice S&P 500. Lo stesso portafoglio – continua il manager – è andato meglio del mercato azionario anche durante periodi di recessione, ad esempio fra il 2007 ed il 2009, dimostrando periodi di recupero di valore più rapidi a valle della crisi”.
Nel 2026 il 60% del mercato sarà online
L’affermazione di piattaforme online quali WatchBox, Chrono24 e Watchfinder segnala che le compravendite online valgono adesso – e saranno sempre più determinanti in futuro – quasi la metà del totale complessivo delle transazioni, a scapito di case d’asta e di negozi.
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