Studenti universitari e street art! La convenzione tra l’Università Ca’ Foscari Venezia, in particolare del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, con il comune di Riese Pio X e il Collettivo Bocaverta, ha portato un gruppo di studenti e studentesse del secondo anno di laurea magistrale in “Conservation Science and Technology for Cultural Heritage” ad aprire un cantiere di studio didattico a Vallà, il borgo della street art trevigiano che ospita il progetto The Wallà.
Il focus sarà la rigenerazione urbana nel rispetto per l’arte.
The Wallà, infatti, per chi non lo conoscesse, è un progetto di rigenerazione urbana partecipata partito a maggio 2021 su iniziativa dell’associazione di promozione sociale “Collettivo BocaVerta APS”.
Il nome unisce in un gioco di parole il termine inglese wall (muro) e il paese in cui ha luogo l’iniziativa, Vallà nella frazione di Riese Pio X, nel Trevigiano. Tramite le opere della street-art vi è l’obiettivo di migliorare le aree di degrado urbano e si cerca di creare opportunità culturali ed economiche per il territorio, valorizzando gli edifici oggetto degli interventi degli artisti.
The Wallà trasforma i muri di edifici pubblici e privati come fossero tele per un museo permanente a cielo aperto. Le opere realizzate fino ad oggi sono diciassette, di cui tredici su pareti di case e capannoni e quattro su superfici pubbliche come scuole primarie e campi da basket e da pallavolo.
Una cosa interessante è che ogni realizzazione supera i sessanta metri quadri, e si stima che siano già stati riqualificati mille metri quadri di pareti.
Hanno partecipato a questo progetto artisti di fama internazionale come Ericailcane, Kraser, Zed1, Zentequerente, Tony Gallo, Vera Bugatti, Alessandra Carloni, Bastardilla, Agostino Iacurci e StenLex.
L’iniziativa, ci informano, che è stata anche oggetto di studio del corso di laurea e del Master di II livello in Design di Prodotto presso la Raffles Milano Istituto Moda e Design, con l’intento di sviluppare progetti per le aziende locali e il paesaggio urbano.
La professoressa Francesca Izzo, che guiderà il gruppo dei dodici studenti della Ca’ Foscari, ci ha confermato lo scopo del progetto: “Il nostro obiettivo è prima di tutto didattico. Mostreremo agli studenti come analizzare le opere di arte contemporanea in ambiente aperto e sottoposto al cambiamento climatico in atto, cito ad esempio le bombe d’acqua o i periodi di massiccio irradiamento UV. Ma raccoglieremo anche dati che potremo analizzare nei prossimi anni con successivi sopralluoghi per analizzare come il tempo agisce sui materiali. L’obiettivo è acquisire sempre maggiore consapevolezza e studiare i migliori metodi per conservare le opere d’arte contemporanea”.
E come si realizzerà il progetto?
“In campo adesso scenderanno i futuri “conservation scientist”, i professionisti che lavorano nella diagnostica dei beni culturali, scienziate esperte nello studio dei materiali. Concretamente, le studentesse e gli studenti utilizzeranno degli strumenti dell’Università, acquisiti grazie al “Patto per Venezia”, finalizzato all’equipaggiamento di strumentazione per studiare i beni culturali: realizzeranno riprese fotografiche tecniche sia sopra che sotto superfice, analizzeranno la composizione dei materiali e delle stesure pittoriche, lavoreranno con metodi spettroscopici. Nel gruppo di studenti ci sono ben dieci ragazze, emblema di un trend di una laurea scientifica STEM a grande impatto femminile.”
Il gruppo studierà le opere realizzate nel borgo negli ultimi mesi. L’ultima, quella di Joys e Orion è stata portata a termine in ottobre, mentre durante l’estate avevano realizzato i loro lavori Tellas, Pixel Pancho e Franco Fasoli. Va segnalata anche la presenza del murales collettivo, realizzato a pixel con la collaborazione di centinaia di persone e dedicato al Piccolo Principe.