Sulle pagine di Mondouomo.it il fotografo delle celebrità Augusto De Luca si racconta al Magazine MondoUomo.it.
Augusto De Luca è nato a Napoli il 01 luglio del 1955 ed è fotografo e performer. Dopo gli studi classici si è laureato in giurisprudenza. È diventato fotografo professionista nella metà degli anni ’70. Si è dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici.
Il suo stile è caratterizzato da un’attenzione “maniacale” per le inquadrature e per le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato. È apprezzato a livello internazionale e ha esposto in molte gallerie italiane ed estere. Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection, della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell’Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina di Pechino, del Museo de la Photographie di Charleroi.
Come si è formato come fotografo e da dove nasce la sua passione?
Ho sempre avuto dentro di me il germe dell’uomo madre; la creatività mi ha sempre accompagnato pur manifestandosi in modi diversi. In gioventù mi realizzavo attraverso la musica, suonando la chitarra e solo nella metà degli anni ’70 ho iniziato quasi per gioco a fotografare. Infatti, proprio in quel periodo, un mio carissimo amico foto amatore mi invitò nella sua camera oscura. Quando entrai rimasi subito colpito dall’atmosfera dell’ambiente, infatti era accesa solo una fioca luce rossa che i giovani fotografi di oggi non conoscono, utilizzata per poter aprire tranquillamente i pacchi di carta fotografica senza incorrere in alcun problema. Ma la cosa che mi colpì, anzi mi scioccò, fu quando vidi apparire miracolosamente le immagini sui fogli immersi nell’acido di sviluppo.
Proprio in quel momento mi innamorai e decisi che assolutamente dovevo fotografare e stampare. In fotografia ho cercato sempre di esprimermi con uno stile ben preciso, ma attraverso tutti i materiali, i formati e i generi, perché desidero scoprire in che modo la mia creatività si manifesta nelle varie circostanze. Ho studiato molto la fotografia da autodidatta e soprattutto anche la storia dell’arte: questo sicuramente ha formato le mie basi. La tecnica è importante e l’ho imparata sul campo anche sbagliando, la si perfeziona con l’esperienza che è fondamentale.
Come nasce lo scatto a Carla Fracci?
È un frammento, un momento di un ricordo importante della mia carriera di fotografo. Ho realizzato il ritratto a Carla Fracci in una lussuosa casa napoletana nel 1991. Scelsi il leone in primo piano perché ho sempre considerato la Fracci una guerriera caratterialmente e professionalmente ed anche perché il leone è il suo segno zodiacale. Sono passati diversi anni, ma il ricordo di quell’incontro, la memoria di quel momento magico resterà per sempre.
Nel 1991 era da poco uscito in tutte le librerie il libro “Napoli Donna”, con i miei ritratti di trentasette importanti donne napoletane, accompagnati dalle interviste della giornalista Giuliana Gargiulo. Avendo avuto un notevole riscontro, io e Giuliana decidemmo di realizzare un altro libro, stavolta sulle donne di Milano, libro che però per vari motivi non fu mai pubblicato. Preparammo allora una scaletta di nomi illustri e la prima della lista era Carla Fracci. Il caso volle che dopo neanche un mese la stupenda ballerina insieme al marito Beppe Menegatti venissero a Napoli proprio da Giuliana che li ospitò.
Ricordo bene infatti che la conobbi ad una cena in casa sua. Le proposi di partecipare al progetto e lei ne fu subito entusiasta. Era andato tutto bene… però la Fracci sarebbe rimasta a Napoli pochi giorni, io dovevo subito trovare una location e soprattutto decidere come fotografarla. Cominciai allora a documentarmi e a cercare. Leggendo la sua biografia conobbi la data di nascita e scoprii che il suo segno zodiacale era il leone, un segno che le calza a pennello. Infatti, io l’avevo sempre considerata una donna molto forte, una vera guerriera, caratterialmente e professionalmente.
Mi ricordai allora che a casa della mia amica Valeria Carità, in un antico palazzo a Monte di Dio, avevo visto un grande leone di pietra. Immediatamente organizzai tutto e il giorno dopo io e la Fracci ci recammo in quella lussuosa casa. Lei era bellissima, delicata ed eterea come una porcellana cinese e indossò lo stupendo vestito merlettato che si vede nella foto. Dopo qualche prova e pochi scatti capii che avevo la foto giusta. Finalmente potevo rilassarmi. Passammo un po’ di tempo a chiacchierare e poi la riaccompagnai. La rividi a Milano perché venne ad una mia mostra fotografica al “Diaframma” in via Brera. Le diedi il suo ritratto e lei subito mi disse:” Bella….e poi il leone è il mio segno zodiacale”, capii di aver fatto centro.
Quali sono stati i suoi lavori o le mostre più riuscite e quali di queste conserva nel cuore?
Sono molte le mostre realizzate, ma se proprio devo scegliere, ne seleziono tre. La prima a Goteborg in Svezia, nella prestigiosa “Galleria Hasselblad”, dove esposi le mie ricerche fotografiche a colori. Fu presentata dal presidente di questa mitica fabbrica di fotocamere medio formato che hanno fatto la storia della fotografia. La seconda a palazzo Braschi, “Museo di Roma”, dove esposi fotografie della città eterna. Fu presentata da Lina Wertmuller e per la grande affluenza di persone rimase aperta per circa sei mesi. Infine, la mostra nelle sale della “Camera dei deputati”, dove esposi le foto contenute in tre miei volumi su Napoli. Fu presentata da Carlo Azeglio Ciampi e Nilde Iotti e intervenne come visitatore anche il Presidente Giorgio Napolitano.
Per quanto riguarda invece i lavori che più ho amato, sicuramente sono i libri commissionati dalla TAV (treno alta velocità) sulle principali città che attraversava. Ed infine, un lavoro davvero importante è stato quello commissionato dalla Telecom: sette immagini per sette schede telefoniche che ebbero una tiratura complessiva di diciannove milioni di pezzi. Molte di quelle schede sono ancora in circolazione nei circuiti dei collezionisti. Davvero una grande soddisfazione.
Cosa le è mancato di fotografare ma avrebbe voluto?
A questa domanda posso solo dare un’unica secca risposta…affascinato negli ultimi anni dalla ritrattistica, il mio sogno nel cassetto è senza alcun dubbio ritrarre il Santo Padre. È un mio grande desiderio che spero prima o poi di realizzare.
La fotografia è un mestiere oppure un’arte?
La fotografia, come ad esempio anche la pittura, può essere un mestiere o diventare un’arte, a seconda di come la si utilizzi. Con il pennello si può imbiancare un appartamento o realizzare la Guernica e anche la fotografia può essere un semplice strumento di riproduzione e documentazione della realtà oppure un mezzo per esprimere sé stessi o anche scoprire parti sconosciute di noi. Infatti, attraverso le immagini vengono fuori le nostre idee, le nostre passioni e i nostri mostri, insomma, scopriamo chi siamo e cosa pensiamo…è come se facessimo analisi.
Personalmente mi sento un navigatore o, meglio, un esploratore dell’immenso universo dell’arte. L’artista è uno scopritore, cerca le chiavi per aprire la porta delle emozioni e delle sensazioni e l’arte è il luogo dove razionalità, fantasia, verità e finzione si sposano creando una miscela esplosiva. Nutro continuamente la mia creatività guardando moltissime immagini e come ho già detto, studiando continuamente opere d’arte, soprattutto dipinti, da Giotto in poi. Comunque, amo l’arte in tutte le sue forme e non potrei mai farne a meno.
Ringraziamo Augusto De Luca per l’intervista in esclusiva per Mondouomo.it e per averci regalato la possibilità di vedere questi scatti straordinari. Arte e fotografia si fondono per evocare bellezza e ricordi.
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